Donne, celebrati a Napoli i 20 anni della Conferenza di Pechino

di Redazione

Napoli – “A vent’anni dalla Conferenza di Pechino, bisogna fare ancora tanti passi per affermare la giusta e dovuta presenza delle donne nel mondo del lavoro, delle professioni, in politica, settori nei quali le pari opportunità non sono compiutamente realizzate e, per questo, il Paese perde in democrazia, in crescita, in civiltà”.

Così la presidente del Consiglio regionale Rosa D’Amelio nell’aprire i lavori del convegno promosso dalla Consulta regionale sulla condizione femminile a 20 anni dalla Conferenza di Pechino.

“Le donne studiano, si laureano, si specializzano più degli uomini eppure non hanno le opportunità degli uomini. Tra l’altro, è sempre giusto ricordarlo, sono pagate meno degli uomini, persistendo di fatto – sottolinea – una discriminazione salariale e professionale”.

Ma bisogna andare oltre e ragionare come le donne in vari campi della società, hanno una marcia in più. Ad esempio in politica. Secondo la presidente del parlamentino campano “in politica e nelle Istituzioni le donne sono un grande valore perché portano con sé determinazione, intelligenza e sensibilità, ma, nonostante lo sforzo legislativo, occorre combattere ancora molto per realizzare appieno quella che è una grande opportunità per il Paese”.

In tal senso, la D’Amelio a ricordato che la Regione Campania è stata la prima regione ad approvare una legge elettorale regionale sulla doppia preferenza che ha fatto da apripista alla legislazione di altre regioni e alla recente legge nazionale.

Presente all’incontro anche la presidente della Consulta, Immacolata Troianiello, che si è soffermata sulle importanti conquiste di libertà e di civiltà ottenute dalle donne “che – ha ricordato – venivano addirittura escluse dall’esercizio delle professioni e dall’elettorato passivo. Da allora sono stati fatti enormi passi avanti, ma il prezzo è stato molto elevato anche in termini di rinuncia alla maternità o di difficile conciliazione tra lavoro e famiglia, fino all’emergenza sociale della violenza”.

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