Aversa – L’omicidio stradale entra nel codice penale. E’ quanto chiedeva da anni l’Associazione Italiana dei Familiari delle vittime della Strada sollecitando tutte le istituzioni, in primis il Governo nazionale, a prendere coscienza della necessità di dettare norme precise affinché non restassero impuniti i delitti commessi da chi si mette alla guida di un motoveicolo dopo avere assunto alcol, droga o semplicemente non tiene in alcun conto le norme del codice della strada provocando incidenti mortali o, quando va bene, capaci di creare nelle vittime danni permanenti ed in validanti.
Dopo un lungo iter parlamentare la legge sull’omicidio stradale p stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 24 marzo alle 20,30 ed è legge dello Stato. “Finalmente per chi ammazza sulla strada potrebbero aprirsi le porte dei carceri in tutta Italia” questo il commento del responsabile della seziona Aversa e Agro dell’Aifvs, Biagio Ciaramella, padre di Luigi, morto a 18 anni di età a seguito di un incidente stradale avvenuto il 31 luglio 2008.
Insieme alla moglie Elena Renzullo, cofondatrice della associazione Mamme Coraggio onlus l’Aifvs aversana è stata in prima linea nella lotta ingaggiata per l’introduzione della legge con le Istituzioni, che sembravano sorde alla richiesta arrivata dall’intera penisola di inserire nel codice penale il delitto di omicidio stradale.
“L’entrata in vigore della legge – commenta Ciaramella – è solo il primo passo per ottenere una riduzione delle morti sulla strada”. “Un primo passo importante ma se si vuole davvero modificare una realtà che produce decine di migliaia di morti ogni anno nella nostra penisola occorre che la legge venga supportata da controlli costanti e che vengano comminate davvero le pene previste, senza fare sconti”, conclude.