Carinaro – Non sarà un perdono, ma certamente comprensione, così come aveva ipotizzato il parroco don Antonio Lucariello. I genitori della piccola Rosa Di Biase, la bambina di non ancora tre anni che ha perso la vita sotto le ruote dello scuolabus comunale l’otto marzo scorso, Pietro Di Biase ed Eufemia Sagliocco, hanno incontrato il conducente del mezzo, Giovanni Cesaro, cinquantenne lavoratore socialmente utile, e la sua famiglia.
Un incontro avvenuto in settimana e sfociato, poi, nella stretta di mano al momento dello scambio del segno di pace in occasione della celebrazione della messa della Domenica delle Palme. Una celebrazione eseguita nella piazza del paese, all’aperto, alla quale ha assistito, praticamente, tutta la cittadinanza. Uno scambio di strette di mano quale segno della pace a suggellare una vicinanza tra due famiglie che sono state distrutte in quel tragico martedì.
Già il giorno dei funerali, Giovanni Cesaro aveva affidato al parroco una sua lettera nella quale affermava che con Rosa era morta una parte di sé. Ed è stato proprio il parroco, insieme all’assessore ai Servizi sociali, Giovanni Zampella, e al sindaco Annamaria Dell’Aprovitola, ad avere l’idea di riavvicinare queste due famiglie colpite dalla stessa tragedia.
Nella scorsa settimana hanno visitato la famiglia Di Biase nella loro abitazione di via Nino Bixio sino a quando non hanno portato anche la famiglia di Giovanni, trovando nella madre inconsolabile, Eufemia, una donna addolorata, ma comprensiva (come aveva chiesto il parroco) nei confronti del conducente che, ovviamente, non sarà più lo stesso dopo quel tragico martedì di marzo.
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