Barletta, sequestrata discarica abusiva sotto orto botanico

di Redazione

Barletta – Una discarica abusiva scoperta sotto l’Orto Botanico comunale di Barletta, che è stato sequestrato assieme a 27 appartamenti, 17 terreni, 7 automobili, 30 conti correnti e quote societarie. Questi i beni, per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro, sequestrati dai carabinieri di Barletta, a quattro persone ritenute responsabili di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, frode nelle pubbliche forniture, abuso d’ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, inquinamento ambientale, attività di gestione dei rifiuti non autorizzata e omessa bonifica.

I provvedimenti, emessi dal gip di Trani, su richiesta della locale Procura della Repubblica, sono il risultato di una complessa attività d’indagine avviata nel gennaio 2015 dai militari dell’Arma, che ha permesso di scoprire l’attività fraudolenta posta in essere da un dirigente dell’Ufficio Lavori Pubblici e da due dipendenti comunali barlettani, nonché dal legale rappresentante della ditta aggiudicataria dell’appalto per l’esecuzione delle opere relative alla realizzazione del locale Orto botanico.

Nel dettaglio, è stato accertato come i quattro indagati abbiano eseguito, sfruttando le rispettive qualità di responsabile del procedimento amministrativo, di collaudatore e di materiale esecutore dell’appalto aggiudicato, il compimento dei relativi lavori, in violazione di quanto previsto nel capitolato ordinario e speciale, falsificando gli atti e la documentazione a suffragio e realizzando un impianto botanico difforme da quanto definito nella progettazione finanziata dalla Regione Puglia e dal Comune di Barletta, tra l’altro, per un valore nettamente inferiore alla spesa documentata per la sua esecuzione (opere edilizie mai realizzate, utilizzo di terreno non sterile, impianto di ulivi non secolari).

L’inchiesta ha inoltre accertato che nel corso dei lavori sono stati occultati nel suolo sottostante all’impianto dei vegetali, materiale edilizio e rifiuti speciali pericolosi, che dovevano essere smaltiti e rimossi, operazioni per le quali era stata richiesta ed accordata una variante di spesa, interamente riscossa, senza tuttavia realizzare alcuna bonifica del sito e il conseguente smaltimento degli scarti inquinanti (piombo, cadmio, cromo esavalente, zinco), tanto per le piante, quanto per l’area sottostante e la falda acquifera.

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