Bruxelles, accordo Ue-Turchia su migranti. Renzi: “Regole valide per tutti”

di Gabriella Ronza

È stato raggiunto l’accordo tra Ue e Turchia sulla crisi migratoria, ad annunciarlo su Twitter il premier finlandese Juha Sipila, seguito dalla conferma del ceco Bohuslav Sobotka.

Anche il primo ministro turco Ahmet Davutoglu si dice pronto ad accettare l’intesa sull’immigrazione negoziata a Bruxelles. Tutti i migranti illegali che dal 20 marzo arriveranno in Grecia dalla Turchia saranno rimandati indietro.

Il vertice, in realtà, non è ancora concluso e l’accordo dovrà essere approvato in maniera ufficiale. Il rinvio dei migranti in Turchia è definito nella bozza di accordo una misura “temporanea e straordinaria”. I costi delle operazioni di ritorno saranno prese in carico dall’Unione europea. La Ue si impegna a lungo termine a un piano europeo di reinsediamento, sulla base degli impegni volontari da parte degli Stati.

Ci sono state varie modifiche all’accordo tra le quali l’introduzione della parola “individuale” in relazione alla gestione dei rimpatri dalla Grecia, per sottolineare che non si tratterà di “respingimenti di massa”. L’annunciato rimpatrio di tutti i migranti approdati sulle coste greche dalla Turchia compreso i richiedenti asilo era un punto che aveva sollevato le polemiche di alcuni Stati membri oltre che delle associazioni per i diritti umani, secondo cui si sarebbe tratto, nel caso, di violazione del diritto internazionale.
Un altro punto discusso era la contropartita chiesta dalla Turchia (raddoppio degli aiuti Ue da 3 a 6 miliardi, più facile liberalizzazione dei visti per l’Europa, accelerazione nel procedimento di accesso all’Ue), con Paesi, in primis Cipro, poco disponibili a concedere più del necessario.

Ieri, per la prima volta Nicosia (Cipro) aveva parlato di “compromesso” possibile: l’ultima bozza della dichiarazione Ue-Turchia circolata non prevede l’apertura di capitoli negoziali per l’ingresso della Turchia nella Ue, ma solo un lavoro preparatorio, che non compromette le future mosse dei Paesi Ue. Così nella notte, a conclusione della prima giornata di lavori il cancelliere austriaco Faymann ha annunciato che i 28 leader Ue hanno trovato una “posizione comune” sul negoziato.

Davutoglu, premier turco, al suo arrivo all’incontro con i leader Ue si era mostrato molto ottimista: “Oggi continueremo le consultazioni e sono sicuro che raggiungeremo i nostri obiettivi di aiutare i rifugiati e di rafforzare le relazioni Ue-Turchia. Per noi aiutare i rifugiati non è una questione di mercanteggiamento ma di valori, di valori umanitari ed europei”, ricordando che la Turchia ha già “accolto 2,7 milioni di rifugiati senza assistenza significativa di nessuno”. A distanza si era fatto sentire anche il presidente turco Erdogan in un discorso tv: “L’Europa dovrebbe analizzare la sua situazione in materia di migranti, prima di dire alla Turchia che cosa fare”. “In un momento in cui la Turchia – ha aggiunto – ospita tre milioni di migranti, quelli che non trovano spazio per una manciata di rifugiati, che nel mezzo dell’Europa tengono questi innocenti in condizioni vergognose, dovrebbero prima guardare a se stessi”.

Intanto il premier britannico David Cameron ha dichiarato in modo netto che il suo paese è “fuori da Schengen” e che non offrirà “accesso senza visti ai turchi come parte di un accordo”. Il premier britannico ha anche lanciato un allarme: nelle prossime settimane ripartirà il flusso di migranti nel Mediterraneo verso l’Europa, in particolare dalla Libia. Mentre il premier Matteo Renzi ha avvertito: “Va bene fare l’accordo con la Turchia ma sia chiaro che se ci sarà, farà da precedente. Le regole che saranno valide per Ankara dovranno essere valide anche per gli altri Paesi da cui ci attendiamo” numeri massicci di sbarchi.

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