Bruxelles, fuga di notizie: c’era un secondo uomo alla metropolitana Maelbeek

di Redazione

Bruxelles – Rivelata l’identità dei tre attentatori suicidi che ieri hanno colpito a Bruxelles (leggi qui). Sono Khalid e Ibrahim El Bakraoui, di 27 e 30 anni, entrambi di nazionalità belga. La loro identificazione è stata resa nota dalla polizia. Secondo la stampa belga, Ibrahim sarebbe uno dei due kamikaze dell’aeroporto, mentre Khalid si sarebbe fatto esplodere nella stazione metropolitana di Maelbeek.

I due avrebbero entrambi precedenti, uno per spaccio e rapina, l’altro per aver assalito la polizia a colpi di kalashnikov. Entrambi vengono da Schaerbeek, dove dopo l’attentato durante una perquisizione è stata ritrovato un ordigno e una bandiera dello Stato Islamico.

Identificato anche il terzo attentatore kamikaze: si tratta di Najim Laachraoui, il 25enne sospettato di aver preso parte, lo scorso 13 novembre, agli attentati di Parigi come “artificiere”. In molti avevano riconosciuto in quell’uomo, con il cappellino e i vestiti chiari immortalato dalle telecamere a circuito chiuso, il basista che ha accompagnato all’aeroporto di Zaventem i due kamikaze.

Laachroui ha 25 anni ed è andato in Siria nel febbraio 2013. Lo scorso settembre fu identificato alla frontiera austro-ungherese sotto la falsa identità di Soufiane Kayal, in compagnia di Salah Abdeslam e Mohamed Belkaid. Aveva affittato a suo nome un appartamento ad Auvelais, che servì come base per gli attentati di Parigi. Il suo Dna era stato ritrovato sulle cinture esplosive utilizzate al Bataclan e allo Stade de France.

Un altro attentatore – l’uomo il cappello e la giacca bianca nelle immagini, non ancora identificato – è in fuga. Prima di andare via dallo scalo, “ha lasciato un borsone nel quale è stata trovata la carica esplosiva più potente” nell’ambito delle indagini sugli attentati di Bruxelles. Ci sarebbe, poi, una quinta persona arrestata durante il blitz di martedì sera nel quartiere di Schaerbeek.

Intanto, mentre si contano i morti, 31 accertati finora, il bilancio dei feriti sale a 230 e si preparano i funerali delle vittime, la polizia belga segue una nuova pista: un indirizzo fornito dal tassista che ha portato i tre sospetti all’aeroporto. L’uomo, martedì mattina, ha lasciato i tre uomini all’aeroporto di Zaventem, riferendo che i tre avevano troppi bagagli, lasciandone alcuni a terra, senza dare il permesso al tassista di aiutarli a scaricarli.

Due dei sospettati sarebbero morti dopo essersi fatti esplodere, come ha confermato il procuratore federale Frederic van Leeuw durante una conferenza stampa, mentre un terzo, quello con indosso il cappello e vestito di chiaro, sarebbe ancora in fuga. Hanno messo le loro valigie su carrelli, le prime due bombe sono esplose. Anche il terzo uomo ha messo la sua su un carrello, ma deve essersi lasciato prendere dal panico, e l’ordigno non è esploso. Un elemento che contraddice la rivendicazione dell’Isis sugli attentati, che invece ha parlato di “cinture esplosive”.

Secondo altre ricostruzioni, i terroristi di Bruxelles si sarebbero serviti di almeno tre auto per commettere il doppio attentato: un taxi, una Renault Clio e una Audi S4 nera. Subito dopo gli attacchi, diversi testimoni hanno evidenziato la presenza di un veicolo Audi scuro con tre o quattro individui all’interno.

L’ultima auto apparterebbe a un 22enne di Limburgo, in provincia di Liegi, che ha solo 22 anni, sotto osservazione dallo scorso anno. Il proprietario della Audi S4 vista a Zaventem apparterrebbe alla comunità turca ed è conosciuto dalle autorità belghe per essere andato lo scorso anno in Arabia Saudita, secondo quanto riporta La Libre Belgique. Identificato solo come A., avrebbe viaggiato con altre tre persone di Limburgo, di 22, 25 e 26 anni, e un uomo di Anversa 33enne, di origine marocchina.

Intanto, fra le vittime ci sarebbe un’italiana che si sarebbe trovata in metro al momento delle esplosioni. Potrebbe trattarsi di una impiegata di un’agenzia della Commissione Ue (leggi qui).

Nel frattempo, spunta una nuova ipotesi che vede coinvolto un secondo uomo che, presente alla metropolitana di Maelbeek, non si sarebbe fatto saltare in aria ma avrebbe dato solo istruzioni al kamikaze Khalid El Bakraoui.

Si tratta di una fuga di informazioni  che ha fatto infuriare la polizia belga. Gli inquirenti infatti, volevano far credere all’uomo di non sapere della sua complicità, sperando in un suo passo falso.

Secondo quanto appreso da fonti locali pare che quest’uomo, di cui non è stata diffusa l’identità, sia stato ripreso da alcune telecamere mentre parlava con il kamikaze, accertandosi che Bakraoui raggiungesse la fermata Petillon della linea 5 della metro. Le immagini mostrano lo sconosciuto, con un grande zaino in spalla, che confabula con Khalid per qualche minuto.

Un’ulteriore ipotesi è che il terrorista in questione sia lo stesso sopravvissuto alla strage dell’aeroporto. L’esplosione nello scalo aereo è delle 7.58. Il “secondo uomo” potrebbe aver fatto in tempo ad allontanarsi per tornare verso il centro città ed essere a Petillon intorno alle 8.55, l’ora in cui sarebbe avvenuto l’incontro con il kamikaze che poi, alle 9.11, si è fatto saltare in aria alla stazione di Maelbeek.

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