Bruxelles – Era pronto ad organizzare nuovi attentati il ricercato numero uno della cellula jihadista Salah Abdeslam arrestato lo scorso venerdì nel quartiere di Molenbeek, nella capitale belga.
La notizia è stata diffusa dal ministro degli esteri belga, Didier Reynders, durante un Forum del German Marshall Fund. “Abbiamo trovato molte armi pesanti e riscontrato l’esistenza di una nuova rete di persone attorno a lui – ha dichiarato Reynders – Gli inquirenti hanno scoperto che erano più di trenta le persone coinvolte negli attacchi parigini e siamo sicuri che ce ne siano altre”.
Intanto, è stato identificato il secondo sospetto terrorista in fuga, oltre ad Abrini, l’uomo di 30 anni filmato in compagnia di Abdeslam in una stazione di servizio dell’Oise. Il sospetto si nascondeva finora dietro l’identità di Soufiane Kayal. Si tratta in realtà di Najim Laachraoui, 25 anni. L’uomo era partito per la Siria nel febbraio del 2013 ed era con Salah, in una Mercedes in affitto, quando furono fermati il 9 settembre 2015 alla frontiera tra Ungheria e Austria. Per lui è stato emesso un mandato d’arresto.
Salah è accusato di “omicidi di matrice terroristica e partecipazione alle attività di un gruppo terroristico”. Durante la strage dello scorso 13 novembre, il franco-algerino avrebbe dovuto farsi saltare in aria. Secondo fonti locali pare che l’arrestato stia collaborando con la polizia.
Nel frattempo prosegue la polemica sulla tempistica dell’arresto e sul fatto che l’attentatore fosse nascosto ancora in Belgio, in un quartiere frequentato da innumerevoli stranieri. “Questa lunga latitanza non è un grande successo per i servizi segreti belgi”, ha dichiarato il deputato dell’opposizione francese Alain Marsaud per poi aggiungere: “O Salah era molto furbo, o i servizi belgi sono stati del tutto incapaci, cosa che è più verosimile”.