Il Cairo – Il ministro degli esteri Paolo Gentiloni ha ribadito l’intenzione dell’Italia di far luce sul caso Regeni sulla cui morte ci sono ancora troppi dubbi.
E’ tanta la rabbia dei genitori dello studente che hanno chiesto di avere risposte immediate dal governo egiziano, dando come termine di scadenza il prossimo 5 aprile. “Altrimenti confidiamo in una risposta forte da parte del Governo”, hanno dichiarato.
“La fermezza e la dignità dei genitori di Giulio Regeni – ha sottolineato Gentiloni in un’intervista al Corriere della Sera – sono davvero esemplari. Motivo in più per le istituzioni per insistere con coerenza e altrettanta fermezza. Sulle risposte egiziane sentiremo in primo luogo le valutazioni del procuratore Pignatone. Se non abbiamo risposte convincenti, compiremo i passi conseguenti”.
“Dal governo egiziano si esige la verità, ossia l’individuazione dei responsabili e collaborazione investigativa – ha aggiunto – Quest’ultima a nostro avviso deve fare un salto di qualità, perché anzitutto non sono stati consegnati tutti i documenti e materiali che abbiamo richiesto. Inoltre occorre poter svolgere almeno una parte delle indagini insieme. La collaborazione non può essere solo formale”.
E ancora: “Lo stillicidio di piste improbabili moltiplica il dolore della famiglia e offende il Paese intero”.
Emma Bonino: “Il caso Regeni ha squarciato il velo su una realtà che è molto più estesa. Credo che in risposta all’atteggiamento tenuto dalle autorità egiziane sulla vicenda di Giulio Regeni sia sbagliato ritirare l’ambasciatore. Io, anzi, farei esattamente l’opposto, rafforzerei il nostro presidio in Egitto, anche con personale specializzato, laddove sia possibile. Non ha senso indebolire la nostra ambasciata”.