Cosa Nostra si stava riorganizzando, 62 arresti: vecchi padrini al comando

di Redazione

Palermo – Vecchi padrini e nuove leve stavano riorganizzando le fila di Cosa nostra in città e provincia. I carabinieri hanno eseguito 62 misure cautelari emesse dal gip nei confronti di altrettante persone accusate di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, ricettazione, favoreggiamento e reati in materia di armi aggravati dal metodo mafioso. 51 le persone finite in carcere, 10 ai domiciliari, mentre per una è scattato l’obbligo di dimora. I militari hanno anche messo i sigilli ad attività commerciali, imprese e beni immobili.

L’operazione è stata denominata “Brasca-quattro.zero” e nasce da due diverse indagini, coordinate dalla dda di Palermo e sviluppate dal Ros e dal gruppo carabinieri di Monreale, e smantella di fatto i mandamenti di Villagrazia-Santa Maria di Gesù e San Giuseppe Jato. “Le attività investigative – spiegano i carabinieri – hanno permesso di ricostruire l’organigramma dei clan, i nuovi vertici e i rapporti con i boss dei mandamenti vicini”. L’inchiesta svela anche numerosi episodi di estorsione, intimidazioni e danneggiamenti.

Dalle indagini emerge che a comandare erano due anziani che, secondo gli inquirenti, negli anni Ottanta erano vicini a Riina. Si tratta di Mariano Marchese, 77 anni, e Gregorio Argento, 81 anni. Mario Marchese – detto “Zu Mariano” – era un fedelissimo dei Bontate ma negli anni della guerra di mafia,nell’Ottanta, tradì e si schierò con Riina e Provenzano. La sua ricompensa fu la gestione del mandamento di Villagrazia. Arrestato, era in libertà dal 2001.

Gregorio Agrigento, fratello di un boss ergastolano, è invece il rappresentante di una storica famiglia mafiosa della provincia (quella di San Cipirello) poi divenuto punto di riferimento per i boss di San Giuseppe Jato. Arrestato nel 2008 è tornato in libertà due anni dopo e aveva subito ripreso il suo posto di capo mandamento.

“E’ un’operazione importante sul piano operativo, ma anche su quello simbolico – spiega il generale Giuseppe Governale, comandante del Ros – frutto di un’attività durata tre anni. E’ stato colpito il mandamento più organizzato: quello di Villagrazia. Quello di san Giuseppe Jato è importante perchè storicamente legato ai Brusca. Cosa nostra – conclude Governale – è in evidente difficoltà, ma tenta di riprendersi e di reggere ai duri colpi che vengono inferti”.

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