Sardegna, assalti a caveau e portavalori, 23 arresti: c’è anche un vicesindaco

di Redazione

Assalti a mano armata a banche e furgoni blindati. Quartier generale in Sardegna ma colpi in tutta Italia. 23 arresti, tra loro anche un vicesindaco di un comune dell’Ogliastra che partecipava alle rapine, mitra in pugno.

Le indagini sfociate nel blitz di Polizia di Stato e Guardia di Finanza hanno consentito, per la prima volta, di fornire elementi alla Procura di Cagliari per contestare ed individuare l’esistenza di una associazione a delinquere di tipo paramilitare che progettava e realizzava efferati delitti.

L’operazione – spiegano gli investigatori – è andata a colpire quelli che venivano considerati i ‘Sancta sanctorum’ del crimine sardo: in particolare, la famiglia degli Olianas, che per anni si sono spartiti e hanno gestito tutto il relativo circuito illegale, soprattutto nell’isola. I banditi stavano per effettuare un altro colpo: stavolta era pianificato a Voghera, in Lombardia, dove già alcuni componenti si erano spostati in attesa di rinforzi dalla Sardegna.

In tre – Angelo Lostia e i cugini Luca e Sergio Arzu, arrestati a Pavia – avevano lasciato la Sardegna via nave nascondendosi all’interno di camion in modo eludere i controlli. Stando alle indagini, questo sarebbe dovuto essere l’ultimo assalto prima di sciogliere la banda. Il gruppo di criminali era organizzato come una struttura paramilitare e reinvestiva i guadagni delle rapine nel traffico di droga o in imprese all’estero, apparentemente legali.

Nell’ambito delle perquisizioni – effettuate nel Sassarese, nel Nuorese e una anche in provincia di Oristano – è stato sequestrato diverso materiale ora al vaglio degli inquirenti tra cui 60mila euro, uno scanner e una motosega da impiegare negli assalti ai furgoni portavalori.

Sono stati ricostruiti nel dettaglio tutti i passaggi criminali dell’organizzazione: dalla progettazione ai sopralluoghi, dal furto delle auto al reperimento delle armi da guerra per realizzare gli assalti, passando per le riunioni svolte all’interno di ovili.

Sarebbero responsabili del colpo milionario al caveau della Vigilanza Sardegna a Nuoro del 2013, dell’assalto al portavalori di Bonorva dello scorso anno lungo la Statale ‘Carlo Felice’ e dell’assalto fallito a Barbusi, nel Sulcis, i 23 fermati dalla Polizia di Cagliari e Nuoro e dalla Guardia di finanza che hanno eseguito i provvedimenti di fermo firmati dalla Dda di Cagliari.

I tre fermati a Pavia che avevano già lasciato la Sardegna a bordo di una nave sono i cugini Luca e Sergio Arzu e Angelo Lostia. Altri personaggi stavano per lasciare l’isola. Nel corso delle perquisizioni sono stati recuperati 70 mila euro, due scanner per intercettare le comunicazioni delle forze dell’ordine, dispositivi elettronici per rubare auto e una motosega che sarebbe stata usata per tagliare i portelloni del blindato portavalori.

Con l’operazione è stato inferto un colpo letale ad una delle più importanti organizzazioni criminali operanti in Sardegna. È stato documentato il modus operandi di quasi un decennio: il gruppo aveva progettato e realizzato assalti a furgoni portavalori ed a caveau di istituti di vigilanza in Sardegna e in altre regioni italiane. Inoltre, l’organizzazione era dedita a molte altre attività criminali – favoreggiamento a latitanti, traffico di droga, riciclaggio di denaro sporco – che andavano ad alimentare l’illecito patrimonio di ciascun appartenente.

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