Napoli – Con un “summit” di importanti specialisti, nasce a Napoli il network della chirurgia dell’obesità dei paesi dell’area mediterranea. L’incontro internazionale (Moss – Mediterranean Obesity Surgery Summit) si è tenuto giovedì 7 aprile, aell’Istituto di Cultura meridionale, a Palazzo Arlotta.
Il convegno è organizzato dal Luigi Angrisani, direttore del reparto di Chirurgia generale, Laparoscopia e d’Urgenza dell’ospedale san Giovanni Bosco di Napoli, già presidente della Federazione internazionale di Chirurgia dell’obesità e patologie metaboliche (Ifso), in collaborazione con la Federazione nazionale dei Consoli (Fenco) e l’Istituto di Cultura meridionale presieduto da Gennaro Famiglietti (nella foto).
Presidente onorario dell’evento Pietro Forestieri, direttore del dipartimento di Endocrinologia, Gastroenterologia e Chirurgia dell’università Federico II di Napoli, nonché presidente emerito della Società italiana di Chirurgia dell’obesità (Sicob).
Dopo i saluti di Serena Angioli, assessore regionale al bacino Euro-Mediterraneo, i lavori sono stati aperti con una lettura magistrale del professore Scott A. Shikora, titolare della cattedra di Chirurgia della Harvard Medical School, nonché direttore del dipartimento di Chirurgia dell’obesità del Brigham and Women’s Hospital di Boston.
A seguire una tavola rotonda, presieduta da Angrisani, sulla tendenza attuale nella chirurgia bariatrica e metabolica nell’area mediterranea, alla quale hanno partecipato i principali esponenti del settore provenienti da Cipro, Croazia, Egitto, Francia, Grecia, Israele, Italia, Marocco, Portogallo, Siria, Slovenia, Spagna, Tunisia e Turchia, nonché Arabia Saudita e Qatar.
Scopo di questo confronto l’esame dello stato dell’arte sulla chirurgia dell’obesità nei vari paesi – tra dati sul volume di interventi, tecnica chirurgica più usata, copertura da parte del sistema sanitario nazionale e analisi delle criticità locali – per individuare nuove iniziative e strategie comuni.
Il summit si ripeterà ogni anno a rotazione in ognuno dei paesi coinvolti e parte dei fondi verrà destinato al finanziamento di progetti mirati al miglioramento del trattamento dei pazienti obesi.
Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms/Who), nel 2008 si sono registrati a livello planetario più di 1,4 miliardi di adulti con problemi di sovrappeso e più di mezzo miliardo di obesi, con una media di almeno 2,8 milioni di persone che ogni anno muoiono a causa di queste patologie.
Preoccupanti risultano per l’Oms l’aumento della casistica dell’obesità, quasi raddoppiata tra il 1980 e il 2008, e il fenomeno per i bambini in età prescolare, che, a livello mondiale, contava 42 milioni piccoli pazienti nel 2013.
L’Oms sottolinea che “a livello globale, il 44% di diabete, il 23% di cardiopatia ischemica e il 7-41% di alcuni tumori sono attribuibili a sovrappeso e obesità”, mentre ritiene l’obesità infantile “uno dei più gravi problemi di salute pubblica del XXI secolo: i bambini in sovrappeso rischiano di diventare adulti obesi e, rispetto ai bambini con peso normale, hanno una maggiore incidenza di sviluppare il diabete e le malattie cardiovascolari in età più giovane, che a loro volta sono associati con una maggiore probabilità di morte prematura e di disabilità”.