Elezioni Aversa, situazione “nebulosa”: verso quattro schieramenti

di Livia Fattore

Aversa – A poco più di un mese dalla tornata elettorale per le amministrative del prossimo 5 giugno, ad Aversa le posizioni, se si eccettuano gli schieramenti che si preannunziano  già da tempo, ossia quello del centrosinistra, con il candidato a sindaco Marco Villano, e quella di una serie di liste civiche (tra cui buona parte di Forza Italia trasmigrata in Forza Aversa), con candidato a sindaco il presidente regionale e provinciale degli architetti, Enrico De Cristofaro, sono ancora liquide, senza confini e contorni netti.

La coalizione che si rifà ai principi liberal democratici di Pasquale Giuliano, con candidato a sindaco l’ex segretario cittadino dei Ds, Mariano D’Amore, che raccoglie buona parte degli ex forzisti (da Isidoro Orabona e Mario Tozzi a Nicla Virgilio a Elia Barbato e Luciano Luciano) potrebbe perdere un pezzo importante, quello rappresentato da Salvino Cella (ex candidato a sindaco del centrosinistra), presente anche in altri tavoli, soprattutto quello che vede insieme i sagliocchiani di Noi Aversani, la Balena Bianca (altra forza politica ballerina), l’Osservatorio Politico di Paolo Santulli e Ora! di Mimmo Palmieri con possibile candidato a sindaco Sergio Di Meo (che però, da queste colonne, oggi ha smentito seccamente tale ipotesi: guarda intervista video) o lo stesso Palmieri.

Altra evanescenza la sparuta pattuglia rimasta di Forza Italia dopo la diaspora con l’attuale commissario cittadino Francesco Bortone che fatica a mettere insieme una lista sia pure in condominio con Fratelli d’Italia. Stessa situazione di stallo anche nel raggruppamento centrista dove i rappresentanti degli esponenti Pd, Nicola Caputo e Gennaro Oliviero, sembrerebbero averci ripensato e tornati all’ovile, lasciando soli il presidente uscente del Consiglio comunale Giuseppe Stabile e Democrazia&Territorio di Antimo Castaldo con quest’ultimo che potrebbe riavvicinarsi alla coalizione di centrosinistra.

Insomma, l’impressione è che ci sia una fase di stallo in vista di un riposizionamento dal quale potrebbero venire fuori non più di quattro coalizioni, M5S compreso, con altrettanti candidati a sindaco.

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