Aversa – “Le dichiarazioni dell’avvocato Rosario Capasso in merito alla Caritas della diocesi di Aversa sono assolutamente inaccettabili”. Così Federica Turco, del movimento “Noi Aversani”, che condanna il pensiero espresso dal responsabile di “Aversa a Testa Alta” in un post pubblicato sui social col quale ha auspicato lo spostamento della struttura che accoglie diversi immigrati.
“Il degrado e l’inciviltà – ha scritto Capasso – regnano sovrani nella zona della Caritas di Aversa e nelle immediate vicinanze, come nella neo ristrutturata piazzetta Crispi, che nasceva con l’auspicio di essere un punto di ritrovo e svago per i cittadini di tutte le età. Purtroppo, la realtà ha tradito le aspettative, trasformando l’area in un punto di ritrovo di extracomunitari, i quali, prima di recarsi presso la Caritas, affollano la zona, comportandosi in maniera incivile, deturpando l’area e mettendo a rischio la sicurezza della zona. Sono queste le numerose segnalazioni che stanno arrivando all’attenzione dell’associazione ‘Aversa a Testa Alta’. È ormai inaccettabile che una città delle dimensioni di Aversa abbia una struttura di accoglienza per profughi e persone meno sfortunate in pieno centro cittadino. Adiacente a tale centro ricettivo è presente anche una scuola elementare e, purtroppo, la mattina docenti e studenti devono assistere al triste spettacolo di bottiglie di vetro e sporcizia lasciate ovunque dagli ospiti del centro. Si rende, pertanto, necessario lo spostamento di tale struttura, in un’area più decentrata, onde evitare problemi ed eventuali disordini, in pieno centro urbano”.
Ma Turco si dice contraria a questa proposta e ribatte: “Pensare che il male assoluto della città sia rappresentato da quel centro, casa di accoglienza per i cosiddetti ‘rifugiati’ e dormitorio per i senza fissa dimora, è sintomo di mancanza di conoscenza della realtà e del territorio che vanifica il lavoro costante e giornaliero di numerosi operatori e volontari che si affannano per la mediazione e l’integrazione dei ragazzi e dei nostri concittadini che vivono in condizioni di difficoltà, non solo economica ma anche sociale”.
“Forse – sostiene la Turco – l’avvocato Capasso non conosce quella realtà e non sa che la mensa della Caritas non è la mensa di ubriaconi o senza fissa dimora, ma è una mensa che accoglie per la maggior parte aversani e abitanti dell’agro, 80 persone al giorno che rappresentano oltre il 60% dell’utenza, offrendo non solo cibo, ma anche assistenza sanitaria, sociale ed educativa per i bambini”.
Turco ricorda che “ad accogliere i bambini di quella scuola adiacente c’è un ‘profugo’, un giovane del Mali che in entrata e in uscita vigila sulla sicurezza dei bambini. Allora mi chiedo come sia possibile ad oggi pensare che il degrado sia dovuto agli ospiti della Caritas. Da cittadina aversana, – conclude Turco – che vive ogni giorno quella realtà, sono indignata e sconcertata da tale insensibilità”.