Aversa – “Leggere le dichiarazioni di Simona Andreozzi e Giuseppe Carli, rispettivamente responsabili di Tu Donna e di Mca-Movimento Costruire l’alternativa, che supportano la candidatura di Enrico De Cristofaro, che dopo avere affermato ‘Troppo facile demonizzare l’afflusso di giovani aversani e non, che durante i fine settimana si riversano tra i vicoletti del Seggio, considerando così tale potenzialità una debolezza, o addirittura una minaccia. La movida deve essere trasformata in un punto di forza e non di debolezza, attraverso un’efficace piano di sicurezza sul territorio. Il nostro obiettivo è quello di valorizzare e mettere in sicurezza le risorse offerte dalla movida aversana’ sottolineano che ‘questi sono punti già presenti all’interno del programma elettorale del nostro candidato sindaco’ mi lascia perplesso”.
Lo afferma Antimo Castaldo, presidente del movimento politico culturale “Democrazia e Territorio”. Dopo essersi chiesto “Mi piacerebbe sapere dove hanno vissuto fino ad oggi i due neo ‘leader’ politici ed il loro candidato sindaco che, con loro, rappresenta l’unicum dei tre soli aversani all’oscuro delle problematiche create ogni sera dalla movida e delle tante proposte avanzate dal comitato dei residenti di cui io stesso sono componente, che ha tentato di regolamentare il fenomeno movida affinché potesse davvero fungere da volano per il rilancio economico e commerciale della zona senza intaccare il diritto alla vivibilità dei residenti?”, Castaldo ricorda il “regolamento movida”, scritto dal Comitato residenti di via Seggio e da Democrazia e Territorio e proposto all’amministrazione, le tante richieste fatte per sollecitare il controllo della zona che è stato inesistente, al punto che ad oggi è scomparsa anche la Ztl che anche quando era operativa non portava ad alcun efficace risultato, lasciando che al “Seggio” vigessero solo arbitrio e illegalità.
“Ormai certe strumentalizzazioni – continua Castaldo – mi causano solo tedio profondo”. “Anche il neo candidato sindaco del centrodestra – prosegue l’esponente di Democrazia e Territorio – prova ad intercettare i voti dei gestori, dimostrano di non avere capito, e nessuno glielo ha detto, che ormai la maggior parte dei gestori della movida non sono autoctoni. E così anche la maggior parte degli avventori che calano di notte”.
“Annoiato e stanco per un’altra notte in bianco tra suoni assordanti che hanno fatto tremare i vetri di casa e un’ambulanza a mezzanotte a sirene spiegate proprio sotto la mia finestra che ha soccorso e portato via un coma etilico, avverto nei confronti dei ‘duri di comprendonio’ un senso di distacco, quasi una sorta di albagia che mi preoccupa”, conclude Castaldo, facendosi portavoce del livello di sfiducia presente in tanti elettori, stanchi di chiacchiere e di operazioni amministrative che, finalizzate ad incamerare voti, perdono di vista gli effetti collaterali che i voti li fanno perdere perché stimolano l’idea, latente in tanti, di non esercitare un diritto-dovere qual è quello di recarsi alle urne e votare. Ma forse è proprio questo l’obiettivo che alcuni vogliono centrare contando sui fedelissimi che a votare ci vanno e fanno vincere quella minoranza che rappresentano.