Caltanissetta, corruzione al Comune: arrestati funzionari e imprenditori

di Redazione

Caltanissetta – Duro colpo alla corruzione ed al malaffare tra esponenti della Pubblica Amministrazione locale e dell’imprenditoria inferto congiuntamente dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri di Caltanissetta, con l’esecuzione della ordinanza a firma del gip del Tribunale nisseno, Maria Carmela Giannazzo.

Nella mattinata del 13 aprile, a Caltanissetta, i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Caltanissetta appartenenti al Gico – Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata -, hanno tratto in arresto 6 persone: un dirigente – architetto Armando Amico – ed un funzionario – ingegner Giorgio Salamanca – dell’Ufficio Tecnico del Comune di Caltanissetta, un funzionario – geometra Daniele Silvio Baglio – del Comune di San Cataldo, due imprenditori edili – Calogero e Ivano Venniro – di Caltanissetta, ed un imprenditore edile – Salvatore Ficarra – di San Cataldo.

Contestualmente, sono state notificate le misure interdittive della sospensione dall’esercizio dell’ufficio pubblico per la durata di anni uno nei confronti di altri due funzionari del Comune di Caltanissetta, entrambi impiegati nell’Ufficio Tecnico, nonché i provvedimenti di sequestro preventivo aventi ad oggetto le due imprese edili riconducibili ai fratelli Venniro: la “2V Costruzioni S.r.l.” e la “ditta individuale Venniro Calogero”; i conti correnti riconducibili ai destinatari dei citati provvedimenti restrittivi, nonché mezzi e beni strumentali delle predette ditte, per un valore complessivo di circa 1 milione e mezo di euro.

Congiuntamente, i carabinieri del comando provinciale di Caltanissetta notificavano la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio dell’ufficio Pubblico per la durata di un anno nei confronti dell’attuale dirigente del servizio finanziario e Ragioniere Generale del Comune di Caltanissetta, direttore del servizio cimiteriale del Comune dei Caltanissetta, nonché la misura interdittiva del divieto di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche o di imprese, per la durata di un anno, nei confronti del legale rappresentante della Società di Mutuo Soccorso “Regina Margherita”, del legale rappresentante della Società di Mutuo Soccorso “Mutua società cattolica Maria ss della Catena”, del legale rappresentante della Società di Mutuo Soccorso denominata “Militari in congedo”. Oltre alle misure cautelari, il provvedimento ha disposto anche il sequestro delle Società di Mutuo Soccorso sopra indicate oltre alla S.m.s. “Rosso di San Secondo” e la onlus “Anps, sezione Calogero Zucchetto”.

Si è così conclusa, dopo diversi mesi di indagini estremamente complesse ed articolate, dirette dalla Procura distrettuale antimafia di Caltanissetta, l’operazione “Perla Nera”. L’attività investigativa dei Finanzieri nasce da approfondimenti eseguiti sui legami di parentela individuati tra l’ingegner Giorgio Salamanca, i fratelli Calogero ed Ivano Venniro e l’ergastolano Salvatore Curatolo, in passato “boss” reggente nel territorio nisseno.

Gli intrecci ricostruiti dai militari del Gico, anche avvalendosi dello sviluppo massivo di accertamenti patrimoniali eseguiti dai Finanzieri dello Scico – Servizio centrale investigazione criminalità organizzata di Roma – resi possibili grazie all’innovativo applicativo “Molecola”, nonché mediante l’acquisizione di documentazione, hanno fatto emergere una fitta rete di relazioni e di interessi di natura interpersonale, in virtù dei quali gli imprenditori edili coinvolti nelle indagini potevano contare su “canali privilegiati” con i centri decisionali del Comune di Caltanissetta e di San Cataldo, riuscendo di fatto, con il loro aiuto, a bypassare le norme che regolano la specifica materia degli appalti pubblici e, quindi, a beneficiare di agevolazioni e di aiuti di varia natura: un vero e proprio “sistema Salamanca”, attraverso il quale il funzionario comunale, insieme con l’architetto Armando Amico e l’ingegner Lanzafame, esercitava il controllo sull’imprenditoria edile.

Nello specifico, dalle indagini emergeva come lo stesso Salamanca, servendosi di un fitto reticolato di conoscenze nel tempo formatesi nel mondo dell’imprenditoria e delle libere professioni proprio grazie all’importante funzione pubblica ricoperta presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Caltanissetta, e strumentalizzando così i poteri connessi al suo incarico, riusciva a pilotare l’aggiudicazione di appalti pubblici a favore di imprese edili a lui “vicine” o, addirittura, a lui stesso riconducibili, chiaramente quale “socio occulto”, come nel caso della società “2V Costruzioni S.r.l.” dei fratelli Venniro.

In altre circostanze, disattendendo quelli che sono i doveri propri di un pubblico funzionario, Salamanca “invitava” Daniele Silvio Baglio e Salvatore Ficarra, entrambi riferibili alla “Ediltecnica Costruzioni S.r.l.”, impresa realizzatrice del parcheggio di Via Medaglie D’Oro-Galilei di Caltanissetta, ad avvalersi di liberi professionisti a lui vicino per il rilascio delle S.o.a. (Società organismi di attestazione), certificazioni indispensabili per la prosecuzione delle attività edili.

Anche per l’architetto Armando Amico le investigazioni facevano emergere una serie di condotte sicuramente lontane dai doveri di correttezza ed imparzialità, prevalentemente sostanziatesi nella mancata comunicazione agli organi preposti ai controlli di circostanze e situazioni di irregolarità a lui note, come ad esempio il “ruolo occulto” ricoperto dal funzionario del Comune di San Cataldo, Daniele Silvio Baglio, all’interno della “Ediltecnica Costruzioni S.r.l.” o nella attestazione in atti pubblici di situazioni non vere, anche al fine di aggirare i previsti controlli e di facilitare la predisposizione di S.a.l. e di certificati di pagamento.

Per l’ingegner Lanzafame venivano ricostruite tutte le sue certificazioni redatte in qualità di “coordinatore per l’esecuzione di lavoro pubblici” con le quali aveva attestato falsamente o l’avvenuta esecuzione di controlli presso i cantieri o la regolare verifica degli adempimenti normativi previsti, a favore, chiaramente, di quelle imprese edili, come la “Ediltecnica Costruzioni S.r.l.”, vicine ai funzionari e dirigenti comunali coinvolti nelle indagini.

Per il geometra Salvatore Longo emergevano i suoi contatti con il dirigente comunale, Salamanca, nell’esecuzione di tutti quegli adempimenti con il chiaro intendimento di velocizzare l’iter burocratico agevolando, così, soltanto quelle imprese edili inserite nel “sistema”.

Al filone investigativo approfondito dal Nucleo di Polizia Tributaria della locale Guardia di Finanza si è affiancato quanto emerso da parallela indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Caltanissetta, inizialmente avviata a causa del rinvenimento di resti ossei e teschi all’interno di una cappella gentilizia presso il locale cimitero e, successivamente, focalizzata sulla gestione del cimitero del capoluogo.

Gli iniziali accertamenti condotti dai carabinieri permettevano di rilevare come la gestione delle sepolture presso il locale cimitero fosse caratterizzata da evidente superficialità, scarso controllo e notevole approssimazione. L’altra caratteristica immediatamente percepibile risultava essere l’assoluta sproporzione, nel numero di loculi disponibili, tra quelli comunali (praticamente inesistenti) e quelli gestiti in concessione dalle Società di mutuo soccorso o da altre associazioni.

Partendo da tali risultanze, si provvedeva ad acquisire tutti gli atti e la documentazione in possesso dei competenti uffici al fine di poter valutare se, oltre alle evidenti condotte omissive, non si rintracciassero anche elementi riconducibili ad abusi d’ufficio, commessi dai funzionari pubblici, penalmente rilevanti. L’analisi del consistente materiale documentale acquisito, integrato con l’esito delle intercettazioni telefoniche ed ambientali e dei servizi di osservazione e controllo eseguiti, proponeva uno spaccato molto complesso che, però, poteva essere letto in maniera unitaria ipotizzando che tutti gli illeciti riscontrati rispondessero ad un unico fine, quello di favorire l’indebita attività “commerciale” delle associazioni titolari di concessione di suolo cimiteriale.

Le associazioni in questione, infatti, sono le uniche detentrici di loculi disponibili presso il cimitero “angeli” di Caltanissetta già da diverso tempo stante l’assenza di costruzione di nuove sepolture comunali e di lavori finalizzati alla rotazione dei fornetti occupati dalle salme di più datata sepoltura; l’unica opera recente riferibile all’Amministrazione comunale risale al 2010 e consiste nella realizzazione di 432 loculi, più cellette ossarie, che sono stati concessi tutti “a decedere”, in deroga alle previsioni regolamentari, in due soli giorni. Singolare, ma conseguenziale a quanto detto, che il Comune di Caltanissetta si debba rivolgere alle associazioni, pagando la relativa quota, per la sepoltura di indigenti.

Come accennato, le associazioni in questione avevano, ed hanno, una grande disponibilità di loculi dovuta alle abnormi concessioni che il Comune aveva loro rilasciato nel 2011 in forza di una richiesta che, secondo l’accusa, non è basata sul reale fabbisogno e certamente non è in linea con quanto previsto dalle leggi e dal regolamento comunale; caso a parte costituisce la “militari in congedo” che, invece, si è occupata della ristrutturazione delle sepolture “ex Principe di Napoli”, opera concessale dal comune al fine del riutilizzo per fini sociali.

Le indagini dei carabinieri permettevano anche di stabilire con certezza che le associazioni operavano un vero e proprio commercio delle sepolture “vendendole” anche ai non soci e che i responsabili del cimitero omettevano sistematicamente qualsivoglia controllo sul rispetto delle regole; si evidenzia che la concessione fatta alle associazioni da parte del comune prevede che le stesse, in caso di mancato rispetto delle norme relative ai destinatari dei loculi, corrispondano una sanzione pari al costo del loculo comunale più costoso.

In un caso, addirittura, una delle associazioni aveva predisposto una vera e propria campagna pubblicitaria, con tanto di pubblicazione su media locali, finalizzata alla vendita di loculi. Al dirigente del servizio finanziario del comune di Caltanissetta, Bennardo, ed ai dirigenti Amico e Salamanca, infine, viene contestato anche il falso in atto pubblico, per aver omesso di comunicare al Consiglio comunale, in occasione dell’approvazione del bilancio preventivo, la disponibilità delle ingenti somme provenienti dalle concessioni fatte alle associazioni, fondi già depositati in conti dell’Ente e disponibili per opere cimiteriali.

Nel complesso le sinergiche indagini condotte dalle due forze di Polizia, coordinate dalla Procura nissena, hanno permesso di acquisire numerosi e consistenti elementi circa la consumazione di reati contro la Pubblica amministrazione commessi, sin dal 2012, in concorso tra di loro, dai soggetti colpiti dal provvedimento. Vengono contestati diversi episodi di corruzione, concussione, indebita induzione, abuso d’ufficio e falsità materiale ed ideologica in atti pubblici.

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