Frode carosello a Santa Maria Capua Vetere: Iva evasa per 20 milioni

di Redazione

Santa Maria Capua Vetere – I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Caserta, a conclusione di autonoma attività di polizia tributaria e giudiziaria, hanno scoperto e posto fine ad un meccanismo fraudolento, noto come “frode carosello”, attuato da quattro società operanti su tutto il territorio nazionale nel settore del commercio di computer e software, segnalando complessivamente 20 soggetti all’autorità giudiziaria.

I finanzieri, nell’ambito di una verifica fiscale eseguita nei confronti di società con sede a Santa Maria Capua Vetere, si sono imbattuti in “atipici” rapporti commerciali tra le stesse ed altre aziende operanti, nel medesimo settore, su tutto il territorio nazionale.

Approfondendo ogni singola operazione di compravendita ed incrociando i dati delle fatture con le risultanze degli accertamenti bancari, le Fiamme Gialle hanno smascherato la frode, realizzata grazie a centinaia di fatture per operazioni inesistenti emesse dalle società “cartiere” sammaritane.

Le attività eseguite hanno consentito di ricostruire un giro d’affari milionario, attraverso il quale sono stati commercializzati circa 80 milioni di euro di prodotti, su cui è stata evasa l’Imposta sul valore aggiunto per oltre 20 milioni di euro. Le Fiamme Gialle, oltre a proporre il recupero del tributo evaso, hanno deferito all’Autorità Giudiziaria 20 soggetti, responsabili a vario titolo dei reati di emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, nonché per occultamento e distruzione di documentazione contabile.

La frode è stata impiantata grazie all’interposizione delle citate società “cartiere” in operazioni di acquisto di prodotti elettronici dall’estero, effettuate con la finalità di abbattere il prezzo della merce. Infatti, è stato accertato come le società estere hanno ceduto beni per milioni di euro alle “cartiere” italiane, le quali hanno effettuato gli acquisti in regime di non imponibilità, ovvero senza applicare l’Iva, per poi cedere i prodotti a numerose aziende operanti sull’intero territorio nazionale, applicando l’imposta senza tuttavia versarla nelle casse dello Stato. Il transito dei beni tramite le società filtro è risultato essere dunque fittizio, poiché le merci sono state spedite dai soggetti economici esteri direttamente ai reali acquirenti italiani.

L’interposizione sleale delle società cartiere, grazie al passaggio fittizio della merce, non solo comporta un danno non indifferente all’Erario per l’imposta non versata, ma incide anche sull’intero circuito economico in virtù della distorsione dovuta dalla vendita dei prodotti “al dettaglio” ad un prezzo nettamente inferiore a quello di mercato.

Le “frodi carosello” pervadono la struttura economica del Paese, generando illeciti benefici patrimoniali a danno dei commercianti onesti, che subiscono, oltre alla crisi economica, anche lo svantaggio concorrenziale fraudolento.

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