Ginevra, ricercatrice italiana uccisa a sprangate: killer in fuga

di Redazione

Ginevra – Valentina Tarallo, 29 anni, ricercatrice italiana, di La Loggia, in provincia di Torino, è stata uccisa in Svizzera, a Ginevra, mentre stava rientrando a casa. E’ stata colpita alla testa con una spranga di ferro per motivi ancora da accertare.

L’episodio lunedì sera, verso le 21.30, davanti al civico 22 di avenue de la Croisette, nelle vicinanze di un ospedale pediatrico. La ragazza frequentava un dottorato di Fisiologia cellulare e metabolismo (dove lavorava all’identificazione dei MicroRNA coinvolti nella regolazione del metabolismo), secondo quanto si legge sul portale web dell’Università di Ginevra. La scheda sulla dottoressa si chiude con la frase: “Valentina ama il balletto e preparare il tiramisù seguendo la ricetta della madre”.

Un testimone, Francois, 54 anni, ha visto qualcosa dalla finestra: i primi soccorsi alla giovane e soprattutto l’arma utilizzata per ucciderla. “Una specie di piede di porco” come “la gamba di un sedia, di metallo, di lunghezza tra 60 e 70 centimetri” che “i poliziotti hanno preso e messo in un sacchetto di plastica” è la testimonianza riportata dal quotidiano Le Matin.

Ed è sempre l’uomo a raccontare che la giovane è stata trovata riversa accanto ad un’auto bianca con il cranio fracassato. Ricoverata all’ospedale cantonale, è morta per le gravi ferite riportate. Un’altra donna intervistata ha detto di essere “rincasata cinque minuti prima della giovane aggredita” e sottolineato: “Avrebbe potuto accadere a me”.

Sono due le ipotesi al vaglio della polizia locale: quella della reazione ad una rapina o di un confronto con un ex finito male. Una pista, infatti, porta a indagare su un rapinatore che avrebbe tentato di rubare la borsetta alla giovane, Valentina avrebbe reagito e sarebbe finita male.

Secondo le ricostruzioni di alcuni media locali, invece, la giovane conosceva il suo assassino: si tratterebbe di un uomo con cui ha avuto una relazione in passato. Gli inquirenti stanno concentrando le ricerche su un sospetto di origine africana, tra i 20 e i 30 anni, alto circa un metro e 90.

“Valentina era una ragazza speciale, sono cresciuta con lei e il solo pensiero di non poterla più rivedere mi fa venire i brividi”, ha raccontato l’amica Cristiana. “Lo scorso weekend era tornata a casa — continua — ma era ripartita subito per proseguire quel lavoro che l’aveva portata lontano ma che tanto le piaceva”.

I carabinieri hanno informato i genitori della giovane che si trovavano in Puglia e sono partiti per portare la salma in Italia. Il padre della ragazza, Generoso, è un dipendente del Comune di Torino in pensione, la madre Mattea una insegnante. Valentina si era trasferta a Ginevra dopo la laurea. I vicini di casa la ricordano come una ragazza “solare, sempre sorridente”.

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