Nelle splendide spiagge di Sumbawa Sud – Occidentale, giovani indonesiani lavorano all’attività mineraria artigianale dell’estrazione dell’oro, scavando incessantemente rocce aurifere. La procedura è semplice: le rocce vengono spaccate a mano, con rudimentali mazze, fino a ottenere piccoli frammenti e polvere che vengono caricati nei tamburi rotondi (dove il minerale grezzo viene estratto e concentrato in pipite) insieme ad acqua e mercurio liquido.
Dopo un ciclo di rotazione di tre ore il mercurio è riuscito a legarsi al 50-60% dell’oro presente nel fango, formando una amalgama. In ciascun tamburo, solitamente, vengono versati circa 15 chili di rocce, con acqua e 100 grammi di mercurio.
La morale? Delle rese altissime e un profitto economico di circa 2.300 euro a settimana con una spesa (di materiali) pari a soli 17 euro. Il prezzo, usando un’immagine paradossale, di questi soldi facili è però altissimo: la ricercatrice Baiq Dewi Krisnayanti e la giovane laureanda Maywin Dwi Asmara della facoltà di Agronomia di Mataram, in collaborazione con l’Università di Bologna, sono entrate a far parte di un progetto di ricerca sulla concentrazione di mercurio nei capelli prelevati dai minatori di Taliwang arrivando ad un’amara conclusione.
“Il mercurio – ha spiegato Krisnayanti – entra nell’ecosistema dopo ogni ciclo di estrazione, quando i fanghi vengono sversati sul suolo e nei corsi d’acqua, contaminando pesci e colture come riso e tapioca di cui i minatori si nutrono”.
La situazione più pericolosa per l’uomo resta, però, la fase di purificazione della pepita mercurio-oro: in rudimentali bruciatori all’aria aperta, i lavoratori scaldano la pepita con fiamma viva finché tutto il mercurio evapora e solo l’oro rimane.
Il mercurio è un inquinante invisibile nell’ambiente, ma è persistente e gli effetti di intossicazione sull’uomo compaiono nel medio-lungo periodo (dopo 10-20 anni): tremori, perdita della memoria, demenza precoce, deambulazione, paralisi, dislessia, gravi malformazioni dei feti in donne esposte. Sono tutti sintomi irreversibili.
Da studi condotti dal Blacksmith Institute (Ogn di New York) un decimo delle emissioni di mercurio nell’atmosfera (1.400 tonnellate ogni anno) viene rilasciato solo dall’Indonesia, tanto che l’intero Kalimantan nel 2013 è entrato a far parte della “top ten” dei luoghi più inquinati al mondo.
Una situazione gravissima che da anni associazioni ambientaliste stanno cercando di combattere, senza però il successo sperato, perché la tratta illegale di quello che è definito “l’oro del diavolo” è eterna come le pene dell’inferno che queste popolazioni si costringono a vivere.