Londra – “Ho venduto le quote del fondo Blairmore prima di diventare primo ministro perché volevo evitare un conflitto di interessi”. Lo ha detto il premier britannico, David Cameron, riferendo alla Camera dei Comuni sul coinvolgimento nello scandalo dei Panama Papers e sui suoi interessi nella società offshore creata dal padre Ian. “La pubblicazione delle mie dichiarazioni dei redditi non ha precedenti ma è stata necessaria”, ha poi aggiunto.
Per quanto riguarda il fondo di investimenti offshore “tutto è stato registrato – ha proseguito Cameron -, tutto era scritto e tutto era sottoposto alle tasse annuali, perché si trattava di un fondo di investimento commerciale, non di famiglia”.
Nella sua prima apparizione in parlamento dopo lo scoppio dello scandalo, Cameron ha promesso una “vigorosa” azione del governo nel contrastare l’evasione fiscale internazionale. Fra queste, una legge per punire penalmente chi facilita l’evasione e un accordo per una maggiore trasparenza con alcuni territori d’oltremare britannici, che operano come paradisi offshore.
Il premier britannico ha poi difeso il diritto dei sudditi del regno di “fare soldi rispettando la legge”. Il primo ministro inglese ha poi definito “offensive e profondamente false” sul fondo d’investimento offshore del padre, nel quale il premier deteneva azioni che vendette prima di arrivare a Downing Street nel 2010, ricavandone un utile sul quale pagò le tasse.