Sarà il cineasta britannico Sam Mendes il presidente della giuria internazionale che assegnerà il Leone d’Oro al miglior film e tutti gli altri premi più importanti della 73esima edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, in programma nella città lagunare dal 31 agosto al 10 settembre prossimi. La decisione è stata presa dal Cda della Biennale presieduto da Paolo Baratta, su proposta del direttore della Mostra Alberto Barbera.
“La sua vocazione per un teatro e un cinema personali unita alla modalità di ricerca di comunicazione con porzioni sempre più ampie di spettatori, trova in Sam Mendes una sintesi particolarmente efficace e convincente. Le sue messe in scena, che siano destinate alle tavole dei teatri o al buio delle sale cinematografiche, hanno il merito si saper conciliare le aspettative dei critici più esigenti con i gusti del pubblico vastissimo che sembra non conoscere confini geografici e culturali”. Questa la motivazione ufficiale a sostegno di tale prestigiosa investitura, che sa cogliere, effettivamente, il doppio binario sul quale ha sempre operato, con maestria aggiungeremmo, il regista.
La sua carriera, cominciata nel lontano 1988 nei teatri londinesi, ha subito una decisa accelerata, in termini di fama e fortuna planetarie, nel 2000 grazie all’esordio folgorante dietro la macchina da presa con “American Beauty”, una pellicola, interpretata alla grande da Kevin Spacey e Annette Bening, che, oltre ad aver fatto epoca, gli ha regalato, da subito, un posto d’onore nel gotha del cinema hollywoodiano, facendogli guadagnare un Oscar per il film e la regia.
Il suo costante disimpegno tra set e tavole del palcoscenico non gli ha impedito di raggiungere risultati eccellenti in entrambi i campi, confermando un talento visionario unico, pregevole e personale, che lo ha condotto direttamente alla direzione degli ultimi due episodi della saga infinita dell’agente, al servizio di Sua Maestà, 007. Un James Bond muscolare, avventuroso, energico, ma anche intimo e sensibile, quello voluto da Mendes, che sia in “Skyfall” sia in “Spectre” è riuscito a rivitalizzare un mito di celluloide capace, anche grazie all’intensa performance di Daniel Craig, di attrarre tanto pubblico in sala e, soprattutto, di catturare l’attenzione delle giovani generazioni.
“E’ un onore essere stato chiamato da Alberto a guidare la Giuria internazionale di Venezia 73. Ho sempre avuto un forte legame con Venezia. Da studente ho lavorato per mesi alla Peggy Guggenheim Collection nel lontano 1984, e il mio più bel ricordo di un festival è il lancio di ‘Era mio padre’ a Venezia 2002. Sono felicissimo di tornare al Lido quest’anno per dare il benvenuto a tanti talenti del cinema internazionale”. Questa la dichiarazione rilasciata da Mendes appena saputo la notizia delle sua nomina.