Potenza – “Le dichiarazioni di Matteo Renzi sono inopportune nei tempi ed inconsistenti nei fatti”. E’ la dura replica del presidente della sezione della Basilicata dell’Associazione nazionale magistrati, Salvatore Colella, a quanto detto dal premier durante la direzione del Pd. Il presidente del Consiglio aveva criticato la lunghezza eccessiva delle inchieste della procura di Potenza sul petrolio, paragonandole alla durata delle Olimpiadi.
“Inopportune – ha spiegato Colella – perché arrivano in un momento molto delicato dell’inchiesta, con un intervento a gamba tesa e le sue insinuazioni sono quantomeno viziate da un interesse di parte. Inconsistenti perché smentite, solo poche ore dopo, da un pesante verdetto di condanna contro i vertici della Totalnel processo Totalgate”.
“Se è vero che in un Paese civile, come dice Renzi, ‘i processi arrivano a sentenza’, e noi abbiamo dimostrato di saperlo fare – ha continuato l’Anm lucana – è anche vero che in un Paese civile ‘il governo rispetta i lavoro dei magistrati’, sempre, anche quando toccano la propria parte politica”. “Ci saremmo aspettati la stessa intransigenza e fermezza di condanna annunciata dal Presidente in occasione di altre inchieste di rilievo nazionale”, ha sottolineato.
Critico nei confronti del premier anche Antonio Ingroia. “L’intervento di Renzi, tempestivo, in diretta, quasi online, contro i pm di Potenza, è senza precedenti. Non l’avevo mai visto”, ha commentato l’ex magistrato. “Purtroppo – ha proseguito – siamo davanti al solito ritornello della politica che attacca i magistrati quando si sente minacciata dalle indagini. E comunque se si arriva così lentamente alle sentenze non è colpa dei magistrati, ma è soprattutto colpa della politica, a cominciare dal governo Renzi, che non ha mai fatto una seria riforma della giustizia per accorciare i tempi dei processi”.
“Leggo sui giornali che accuso i magistrati. Ma dove? Dove? Quello che accusava i magistrati ci stava qualche anno fa in questi uffici. Noi li stiamo incoraggiando, noi vogliamo che parlino con le sentenze. E più fanno sentenze, più siamo contenti”, ha detto Renzi, nel corso della diretta #matteorisponde su Facebook. “Non ne posso più – aggiunge – di un paese in cui le sentenze non arrivano, si bloccano le opere pubbliche ed i ladri restano fuori. Io voglio il contrario: sto invitando i magistrati a correre per beccare i ladri e metterli in galera. Se blocco le opere il paese è finito”.
Intanto, secondo quanto apprende l’Ansa, l’ex ministro dello Sviluppo economico, Federica Giudi, sarà sentita giovedì pomeriggio, 7 aprile, come persona informata sui fatti, negli uffici della questura di Potenza dai pm titolari dell’inchiesta sul petrolio.
E la Guidi sta verificando il ruolo di Gianluca Gemelli, padre di suo figlio ma con il quale non ha mai convissuto. Da tempo si vedono solo ogni 7/15 giorni. Lo ha riferito chi ha parlato con l’ex ministro, che sta ricostruendo l’agenda degli incontri e la memoria dei colloqui. Con Gemelli, ha detto la fonte, la Guidi non ha interessi comuni. Non ha conti cointestati ed ha sempre provveduto lei e la sua famiglia alle necessità del figlio.