Udine – Alla conclusione degli accertamenti delegati alla Guardia di Finanza dalla Procura Regionale della Corte dei Conti di Trieste è stato contestato un danno erariale per circa 21.700.000 euro nei confronti di un Ente Pubblico Economico, avente sede a Udine, che godeva di notevoli sovvenzioni pubbliche per gestire e coordinare le attività di sviluppo industriale in alcune determinate aree territoriali ubicate nella “bassa friulana”.
Nell’inchiesta, condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Udine, risultano coinvolte a vario titolo 23 persone: i passati vertici dell’ente consortile, Presidenti e consiglieri, nonché i Direttori Generali, i membri del Collegio dei revisori nonché il funzionario della Regione FVG che ha gestito alcuni processi di erogazione dei contributi concessi per la realizzazione di opere pubbliche (per la realizzazione dei programmi di investimento finalizzati al potenziamento e completamento di infrastrutture ed attrezzature nell’ambito di Porto Nogaro).
Proprio la distrazione di 10.900.000 euro, percepiti dall’Ente Consortile per le opere portuali, costituisce la voce più significativa tra quelle segnalate dalle Fiamme Gialle friulane: a riguardo sono stati segnalati dalla Guardia di Finanza l’ex Presidente ed il Direttore Generale che hanno illegittimamente impiegato i fondi, nonché il funzionario della Regione FVG che aveva il compito di vigilare sugli interventi sostenuti da risorse finanziarie pubbliche.
Sotto la lente degli investigatori è finita, inoltre, la locazione di Porto Margreth, affidato alle imprese portuali socie dell’Ente consortile ad un prezzo irrisorio. In questo caso, per l’ipotizzato danno di oltre 3 milioni di euro, sono stati segnalati alla Procura Regionale della Corte dei Conti anche i revisori dell’Ente.
Riguardo alle compravendite di terreni che hanno cagionato un notevole dissesto nei bilanci dell’Ente consortile, invece, è emerso un danno erariale di 3,2 milione di euro causato da anomale modalità di acquisto e gestione degli stessi.
Specifiche contestazioni sono state poi formulate in relazione all’attuazione del Patto Territoriale della Bassa Friulana (di cui l’Ente consortile era responsabile), al riguardo è stato riscontrato l’affidamento di consulenze ad una società britannica ed ai suoi referenti italiani, che avevano generato un lungo contenzioso, concluso con il pagamento di un risarcimento di 880 mila euro, da parte dell’ente consortile, alla predetta società inglese.
Per questa vicenda, sono stati chiamati in causa i consiglieri di amministrazione ed il Direttore Generale dell’epoca, oltre ai consulenti che erano stati inseriti nell’organico dell’ente consortile proprio per assicurare la corretta gestione del Patto Territoriale ed i revisori che dovevano vigilare sull’operato dell’organo amministrativo dell’ente.
Infine, sono emerse ulteriori diverse ipotesi di danno erariale, riconducibili a spese e oneri sostenuti dell’Ente consortile ritenuti privi di utilità e vantaggi direttamente assunti dal presidente e dal direttore generale.