Sassari – I finanzieri del comando provinciale di Sassari, nel corso dell’attività volta al contrasto del fenomeno dell’evasione fiscale internazionale, hanno individuato quattro società fiduciarie domiciliate in Liechtenstein e Svizzera ma operanti e gestite in “Costa Smeralda”.
Attraverso un’attività di intelligence costantemente sviluppata nell’ambito del controllo del territorio, le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Sassari nel corso di una complessa attività di indagine hanno constatato l’omessa dichiarazione di redditi imponibili, per un ammontare di circa 15.600.000 euro sottratti ad imposizione fiscale e conseguente evasione dell’imposta sul valore aggiunto pari a circa 3.200.000 euro.
Nel corso di una lunga e complessa attività di indagine, i finanzieri hanno posto al vaglio migliaia di movimentazioni finanziarie transitate nei conti correnti di quattro società non residenti in Italia, tutte intestatarie di lussuose ville a Porto Cervo, rilevando in capo ad esse l’esistenza di stabili organizzazioni “occulte” operanti nel territorio nazionale in totale evasione d’imposta.
Dette società, infatti, seppur dichiaratesi formalmente “enti non commerciali” residenti in Paesi a fiscalità privilegiata, sono risultate di fatto operanti in Italia nel settore delle locazioni immobiliari e nella gestione di beni immobili di lusso, occultando al fisco italiano ingenti ricavi, periodicamente confluiti nei conti correnti societari dietro lo “schermo” elusivo di finanziamenti fittizi, apparentemente destinati alla copertura dei costi di gestione e manutenzione delle unità immobiliari.
Per lo svolgimento dell’attività economica, le stabili organizzazioni “occulte” si sono avvalse dell’intermediazione di un noto professionista della Costa Smeralda e di un altro soggetto domiciliato in Gallura, nel ruolo di rappresentanti fiscali in Italia delle società sottoposte a verifica, preposti all’amministrazione degli immobili per conto dei proprietari esteri.
L’attività di indagine ha inoltre permesso di constatare il superamento delle soglie previste dal decreto legislativo 19 marzo 2000 numero 74, con conseguente segnalazione di due soggetti, per le connesse responsabilità di carattere penale, all’autorità giudiziaria che come di consueto, nella persona del procuratore capo di Tempio Pausania – Domenico Fiordalisi – ha coordinato l’attività.