Napoli – “Zenobia in Palmira” di Giovanni Paisiello è il prossimo titolo proposto nell’ambito della stagione operistica del Teatro di San Carlo di Napoli. Si tratta della prima rappresentazione in tempi moderni dell’opera, che celebra i duecento anni dalla morte del maestro di origine tarantina ma che studiò a Napoli, città nella quale fu figura di primo piano e protagonista tra i compositori della Scuola napoletana settecentesca.
L’opera, che verrà proposta al Teatrino di Corte di Palazzo Reale, andrà in scena dal 18 al 27 maggio prossimo, per sei rappresentazioni complessivamente. Regia, scene e costumi dell’opera sono firmate da Riccardo Canessa. Alla guida dell’Orchestra del Massimo napoletano ci sarà il maestro Francesco Ommassini. Al cembalo il maestro Riccardo Fiorentino. Supporto all’impianto scenico sarà fornito dalle videoproiezioni di Alfredo Troisi con il supporto delle luci di Mario D’Angiò.
Questa produzione, un nuovo allestimento del Lirico napoletano, è centrata sulla revisione critica dall’autografo operata da Ivano Caiazza, ed è dedicata all’archeologo siriano Khaled al-Asaad, direttore per più di quaranta anni del sito archeologico di Palmira, considerato dall’Unesco patrimonio dell’umanità, e morto nel 2015 nella difesa del sito archeologico. Con questa produzione il Teatro di San Carlo entra nel vivo delle celebrazioni per i duecento anni dalla morte di Paisiello.
Inaugurazione della mostra
La rappresentazione dell’opera coincide anche con l’inaugurazione della mostra dedicata a “Giovanni Paisiello al San Carlo”, che si svolge al Memus, Museo e Archivio Storico del Teatro di San Carlo, e che ha avuto luogo sabato 21 maggio. La mostra si protrarrà fino al 31 dicembre prossimo.
Articolata nella forma di dramma per musica in due atti, “Zenobia in Palmira” è desunta dal libretto del Signor Abate D. Gaetano Sertor, e propone lo straordinario contributo alla musica di uno dei grandi protagonisti e compositore tra i più noti ed amati in tutte le Corti Europee del settecento.
Improntata alla lettura tradizionale del testo l’impostazione registica: “Lo spartito di Paisiello – commenta il regista – contiene già indicazioni sceniche precise e accurate, anche con dovizia di particolari molto interessanti, che ho cercato di seguire alla lettera, come pure l’uso rigoroso di costumi d’epoca. La mia lettura registica ha l’intenzione di privilegiare una proposta musicale praticamente inedita”.
L’opera, che venne rappresentata per la prima volta nel maggio 1790 al Real Teatro di San Carlo “festeggiandosi il glorioso nome di Ferdinando IV”, come si legge sul frontespizio della partitura originale.
La vicenda incentrata sulla conquista della città di Palmira da parte dell’Imperatore Aureliano, parte da una fatto storico per sottolineare con la musica una straordinaria eleganza della linea melodica, assai cara a Paisiello così come la caratterizzazione attenta dei ruoli.
I solisti di canto protagonisti di questa produzione: Leonardo Cortellazzi, “Aureliano”, Rosanna Savoia “Zenobia”, Tonia Lagella e Sonia Ciani, “Publia”, Rosa Bove e Angelo Bonazzoli, “Oraspe”, Blagoj Nocoski, “Licinio”.