Aversa, Villano e Caterino: “Ricominciamo dalle periferie”

di Redazione

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Aversa – Il dialogo con la città prosegue. Il candidato sindaco Marco Villano e i candidati consiglieri Elena Caterino, Luigi Vargas, Francesco Liguori si sono ritrovati in via Della Repubblica, nelle palazzine per parlare di città e di “periferie”.

“Molto ancora si può e si deve fare su questo fronte”, ha affermato la candidata Elena Caterino, del Pd, che ha raccolto le istanze dei cittadini aversani per la sporcizia che si accumula ai bordi delle strade, sui marciapiedi e nei campi. Ad avvertire maggiormente il problema i residenti delle zone periferiche della città che si sono presentati all’appuntamento con le loro esperienze che testimoniano l’incuria in alcuni punti di Aversa dove l’immondizia è cresciuta fino a creare delle micro discariche.

Alcuni partecipanti all’incontro hanno denunciato, in particolare, la presenza di rifiuti sulle rampe di accesso e le piazzole di sosta, la scarsa illuminazione, la inesistente manutenzione degli ascensori, il problema dell’acqua che spesso con cisterne obsolete, si infiltra nei muri e fuoriesce dalla pavimentazione della strada, un campetto sportivo abbandonato e inagibile. Hanno posto, poi, l’accento sul problema dei cassonetti spesso pieni e strabordanti.

Questo il commento unanime di Elena Caterino e del candidato sindaco Villano: “Aversa si sta sviluppando in fretta, ha bisogno di sforzi e attenzioni da parte dell’Amministrazione per conservare l’immagine di un posto bello e pulito in cui vivere. Siamo nel cuore di un patrimonio economico-culturale inestimabile che va preservato e valorizzato. Nessuno spazio è periferico, né deve sentirsi tale. Questa città è stata per troppo tempo raccontata attraverso stereotipi che ne hanno depredato valore e senso. Dobbiamo ricucirla e questo può avvenire solo attraverso un modo: il coinvolgimento di tutti i quartieri e in particolare di quelli che oggi si sentono effettivamente ‘periferia’.

Storie di città sulle quali è necessario soffermarsi per avviare un autentico progetto di riqualificazione che preveda interventi sia di carattere strutturale che di innalzamento qualitativo con erogazione servizi di qualità, esperimenti partecipati di cittadinanza responsabile che ‘adotta’ i suoi luoghi, li vive e li cura, azioni che rendano più belli i quartieri stessi con piccoli esperimenti di verde urbano (anche con la partecipazione dei cittadini e comitati di quartiere) /arte urbana di qualità. Le attuali ‘periferie’ sono i quartieri di nuova espansione edilizia della città, soprattutto quelli realizzati negli ultimi decenni, spesso con approccio incolto e speculativo.

Quartieri dove la qualità urbana si intravede con fatica ma dove occorre riportare il ‘Bello che non c’è’, così come dice Renzo Piano, che individua nelle periferie gli ‘organismi fragili e deboli delle città’, che bisogna ricucire e fertilizzare. La ricucitura parte dunque dalla riqualificazione degli spazi che interconnettono gli edifici con la tecnica del rammendo, il che significa ripensare e riprogettare questi spazi, aggiungendo in essi Arte Urbana che produce cultura estetica e visiva per i cittadini. L’Arte Urbana genera così senso di appartenenza e di responsabilità sociale negli abitanti.

Una sintetica, ma esaustiva, elencazione di veti: niente occupazione, niente soldi, niente viabilità e vivibilità, nessuna occasione di riscatto da una speculazione edilizia che ha offeso la città e altro ancora. Invece io ritengo che la candidatura possa portare questo e altro, ma solo attraverso un protagonismo vero della città. Perché occorre governare la vittoria puntando su assi strategici e duraturi, in grado di incidere sul tessuto produttivo, sugli indicatori occupazionali, sulla vivibilità della città, sulla sua gioiosa ri-nascita, valorizzando il potere contrattuale della Città e giocando la partita con una forte governance a cominciare da qui, dalle nostre ‘periferie’”.

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