Gricignano – Arriva la mozione di sfiducia per il presidente del Consiglio comunale di Gricignano, Salvatore Cesaro. A presentarla non sono gli esponenti dell’opposizione bensì della stessa maggioranza con cui nel 2012 Cesaro vinse le amministrative in forza alla lista “Insieme per Gricignano” capeggiata dal sindaco in carica Andrea Moretti.
Il vicesindaco Andrea Aquilante, gli assessori Alfonso Buonanno e Attilio Guida e i consiglieri Antonio Lucariello e Carmine Della Gatta hanno protocollato il documento, chiedendo la convocazione del Consiglio, entro 15 giorni da oggi, per procedere alla sfiducia e rimuovere Cesaro dall’incarico.
Per la maggioranza è mancata solo la firma dell’assessore Michele Oliva, il quale, probabilmente, ha preferito evitare eventuali accuse di strumentalizzazione nei confronti di Cesaro in quanto entrambi coinvolti nell’ormai famosa lite alla vigilia di Pasqua, sfociata anche in una denuncia.
La decisione della maggioranza è chiaramente legata ai rapporti ormai deterioratisi con Cesaro negli ultimi tempi. Come testimonia il caos creatosi in occasione della convocazione dell’ultima seduta del Consiglio dello scorso 30 aprile che aveva visto il “doppio annullamento” da parte del presidente dell’Assise. Il sindaco Moretti, infatti, bypassando Cesaro, aveva provveduto lui stesso alla convocazione, giustificandola con l’urgenza di approvare, entro il 30 aprile, gli argomenti all’ordine del giorno (leggi qui i dettagli).
Non a caso, nella loro richiesta di sfiducia, i consiglieri scrivono: “Il presidente del Consiglio comunale di Gricignano ha posto in essere comportamenti gravemente pregiudizievoli per la funzionalità ed efficacia dei lavori del Consiglio e lesivi del prestigio dello stesso organo collegiale. In particolare, in occasione della seduta del 7 aprile 2016, dopo aver reso dichiarazioni agli astanti circa un episodio di natura squisitamente personale (il litigio con Oliva, ndr.) e dopo aver accusato la maggioranza (in particolare il sindaco ed il vicesindaco) di non essersi schierato in propria difesa, dichiarava di non avere più la serenità necessaria per poter esercitare correttamente la propria funzione di presidente del Consiglio. Pertanto, dopo aver reso l’indicata dichiarazione abbandonava platealmente l’aula”.
In riferimento all’ultima seduta consiliare, la maggioranza scrive ancora: “Come dichiarato dal sindaco nella seduta di Consiglio comunale del 30 aprile 2016, nonostante in data 28 aprile 2016 il presidente avesse autorizzato il primo cittadino a convocare, in sua assenza, il Consiglio urgente per l’approvazione della Tariffa Tari 2016, il giorno seguente, alle ore 11:58, accompagnato da due consiglieri di minoranza, protocollava presso la casa comunale la nota numero 4461/2016 nella quale incredibilmente sosteneva che l’indicata convocazione di Consiglio era stata effettuata dal sindaco senza alcuna sua delega e, quindi, doveva ritenersi nulla. Orbene, anche se l’incredibile tesi del presidente fosse stata vera (ma davvero non si vede come!) la strumentalità del comportamento assunto è comprovata dal fatto che lo stesso (in ragione della imminente scadenza dei termini perentori posti all’ordine del giorno) anziché procedere ad una nuova convocazione del Civico consesso, irresponsabilmente si allontanava dalla casa comunale senza concordare il da farsi con gli uffici preposti. A questo punto, il sindaco, pur ritenendo di aver correttamente agito, viste le doglianze di alcuni consiglieri che lamentavano di non aver comunque ricevuto per tempo la convocazione di Consiglio, chiedeva al presidente di recarsi con urgenza presso la casa comunale per procedere ad una nuova convocazione urgente stante l’imminente scadenza dei termini perentori posti all’ordine del giorno (Tariffe Tari 2016). In tale occasione il presidente, ricevuta comunicazione a mani proprie della suddetta richiesta di convocazione, nonostante la imminente scadenza del termine ultimo per la convocazione del Consiglio urgente, anziché recarsi in Comune per procedere ai necessari incombenti non dava notizie di sé per circa due ore, salvo poi arrivare a pretendere che per procedere ad una valutazione oculata degli atti (già visibili sul sito del Comune di Gricignano), gli stessi gli venissero trasmessi ad un non meglio precisato indirizzo Pec, mai in precedenza comunicato agli uffici comunali”.
“Naturalmente, anche in siffatta circostanza – prosegue la maggioranza – il comportamento del presidente evidenzia la volontà di paralizzare l’attività del Consiglio comunale impedendo l’approvazione di deliberati fondamentali per il funzionamento della macchina amministrativa e propedeutici all’approvazione del consuntivo di bilancio. Risulta evidente, alla luce di quanto innanzi evidenziato, la gravità dei comportamenti assunti dal presidente: sia perché lo stesso ha ritenuto prevalente, rispetto all’assolvimento delle proprie funzioni, coinvolgere il Consiglio comunale nella trattazione di incresciose vicende di carattere personale (che non interessano la vita istituzionale dell’Ente) riconoscendo, per giunta, di non avere più la serenità per esercitare correttamente la propria funzione; sia perché gli ulteriori comportamenti assunti compromettono la funzionalità dei lavori consiliari, in violazione delle disposizioni del Regolamento e dello Statuto, e dunque la continuità della funzione amministrativa in violazione dei superiori principi di cui all’articolo 97 della Carta costituzionale”.