Pip Aversa, una storia di ritardi, assenze, silenzi…

di Nicola Rosselli

Aversa – Ritardi, assenze, silenzi, attese e pagamenti a vuoto di un mutuo alla Cassa depositi e prestiti: questa la sintesi di 20 anni di ottusa burocrazia sfociata in camorra. Quei 54 opifici da realizzare nell’ambito dei Pip (Piano insediamenti produttivi) ad Aversa, ossia la creazione di una cittadella degli artigiani con la presenza di opifici di medie dimensioni oltre che abitazioni per i singoli artigiani, continuano a rimanere sulla carta.

Dopo venti anni di attese e polemiche, si era individuata l’area (quella della vecchia fiera settimanale in via Madre Teresa di Calcutta, oggi letteralmente ridotta in una discarica a cielo aperto a pochi metri da abitazioni, scuole e uffici pubblici tra cui i vigili del fuoco e la Polizia municipale) e si sono registrati progetti, gare di appalto, assegnazioni per avere il nulla. In proposito la chicca più grossa è relativa ad un mutuo concesso nel 2002 dalla Cassa Depositi e Prestiti di 3 milioni 591 mila 441 euro concesso al Comune di Aversa per “costruzione, acquisizione, urbanizzazione dell’area in zona Pip”. Mutuo per il quale a partire dal 2004 e sino al 2023 lo stesso Comune sta pagando e continuerà a pagare ratei per centoventimila euro l’anno.

Il progetto in questione prevede una vera e propri cittadella che avrebbe potuto fare anche da volano di sviluppo socio – economico non solo per una delle zone periferiche più problematiche di Aversa, ma per l’intera città. Prevista, infatti, la realizzazione di più di sessanta capannoni tra quelli adibiti a opificio, a uffici, abitazioni di servizio, locali commerciali, parcheggi pubblici, verde, rete viaria, infrastrutture, servizi e sottoservizi, compresi locali comuni.

tutto a costo zero per l’ente pubblico, perché le opere, il cui importo complessivo dovrebbe essere di circa 25 milioni di euro, era a carico della società che si era assicurato la gara. Quale suo corrispettivo, per trenta anni, quest’ultima avrebbe dovuto incamerare i proventi ricavati dalla vendita dei capannoni e dei lotti industriali che avrebbe dovuto realizzare, nonché i canoni di locazione relativi alla quota di immobili gestiti in diritto di superficie.

Nel febbraio del 2011 la gara fu anche espletata e assegnata in via definitiva all’unica ditta che aveva risposto al bando, la ditta G & D Prefabbricati s.p.a. di Castilenti (Teramo). Da allora il silenzio più assordante intervallato ogni tanto da proteste del responsabile zonale del Cna, Carlo Arpaia, che da “secoli” si batte per la realizzazione della cittadella.

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