San Marcellino, Dongiacomo lancia la sfida agli avversari: “Confrontiamoci”

di Gabriella Ronza

San Marcellino – La piazzetta comunale ha ospitato, lunedì 23 maggio, il comizio della lista “Si può fare, la San Marcellino di tutti”, “lista di volti nuovi, giovani e competenti”, come amano definirsi, che propone il candidato sindaco Francesco Dongiacomo.

Dopo una presentazione della lista e dei candidati, con un omaggio floreale alla rappresentanza politica femminile, sono partiti subito gli interventi. Primo fra tutti quello del commercialista Luigi Graziano, su cui Dongiacomo ha speso alcune parole. “Luigi – ha dichiarato il candidato sindaco – è stato invitato più volte da quei ‘personaggetti’ che vivono di social di scendere in campo, Luigi è qui, è sceso, gli altri sono ancora dietro il computer”.

“Sono un dottore commercialista, – ha preso subito parola Graziano – e, a volte, scherzando con gli amici vengo definito Ragiuniè, a loro rispondo vi ringrazio ma sono diplomato a Liceo Classico, chiamami Gigi piuttosto! Per me, per noi della lista Si può fare non è importante il titolo, sono importanti le idee e ciò che abbiamo dentro e che portiamo avanti con il cuore. Sono un dottore commercialista, quindi, potrei fare un primo intervento tecnico, ma non è questo il mio intento, il mio intervento vuole essere più a sfondo filosofico/sociologico. Non so se avete notato, ma quando si va in giro per l’Italia non si dice mai di essere di San Marcellino, ma della provincia di Caserta, noi vogliamo far sì che i cittadini si sentano fieri di essere sammarcellinesi”.

Graziano ha poi continuato facendo riferimento al comizio della lista “LiberaMente”: “Non voglio fare critiche, ma semplici precisazioni in merito a quanto detto ieri. In primis, si è detto che erano stati i primi a presentare la lista, i primi a essere scesi in campo, hanno avuto un atteggiamento irrispettoso nei confronti dei nostri amici del M5S che da circa sette giorni, se non dieci, si sono messi in gioco, hanno portato avanti i loro programmi e le loro idee, i ragazzi del Movimento ci sono e avranno la loro voce in capitolo come l’avremo noi. Ieri, inoltre, è stata presentata una certa persona come capace e in gamba, quella è una persona che sa quanti voti ci sono in ogni portone. Cari amici, purtroppo l’utilizzo della lingua italiana non compete a tutti allo stesso modo. Noi non siamo voti, siamo persone, abbiamo un’identità”.

“Chi avrà la fortuna di gestire il Comune – ha aggiunto – dovrà ripagare un debito di circa 40 milioni di debiti. La precedente amministrazione che salì nel 2006 disse che a loro erano stati lasciati 6 o 7 milioni di debiti, loro praticamente hanno portato questo ammontare a 40 milioni. Ci sono situazioni da risolvere: le strade fanno pena, dovremmo chiamare il progetto per il risanamento delle strade No Baghdad, poiché la gente cade nelle buche. Ho persino parlato con una persona di 75 anni che doveva fare una visita ortopedica per una caduta dovuta appunto a queste voragini sulle strade. Dobbiamo cambiare il paese, insieme possiamo scrivere una pagina importante di San Marcellino, noi di ‘Si può fare’ diciamo vota responsabilmente”.

In seguito, è intervenuta l’architetto e insegnante Elisabetta Picone: “Prima della mia candidatura, mi ero rassegnata allo stato di questo paese, andavo a svolgere ogni attività altrove, ma da quando ho scelto di scendere in campo la mia visione è cambiata. Andando in giro per le case, parlando con le famiglie, mi sono resa conto che le persone di San Marcellino non sono così ignoranti come ci vogliono far credere. Non c’è stata persona che non mi abbia detto questa frase: Se a San Marcellino vogliamo cambiare dobbiamo votare Si può fare”.

“Il gruppo  che proponiamo – ha continuato – è veramente fatto di persone nuove che non sono parenti di o figli di, ma che sono volti competenti: architetto, ingegnere, commercialista, insegnante. Ognuno di noi può mettere a disposizione della comunità la propria capacità per risolvere alcuni problemi come: la raccolta differenziata assente, l’isola ecologica mai entrata in funzione, il decoro stradale, l’impianto idrico da rifare e tanti altri. Inoltre, noi vogliamo realizzare un progetto di distributori di acqua potabile, di videosorveglianza contro microcriminalità e discariche a cielo aperto, di una pista ciclabile e della zona Pip, attribuendo ogni lotto ad un imprenditore, creando posti di lavoro reali non quelli che vi hanno promesso in vista delle elezioni e vogliamo rendere di nuovo agibile il campo sportivo e le due palestre pubbliche”.

“Voglio inoltre sottolineare una cosa. – ha aggiunto Picone – Ieri sera al comizio si è detta, cito testualmente, questa frase: ‘La biblioteca comunale è un posto dove buttare i libri’. No, non è vero, la biblioteca è un valore aggiunto per il paese dal punto di vista culturale e sociale, un luogo dove poter svolgere attività per le scuole e per tutti coloro che non possono accedere alla cultura”.

Sul discorso urbanistica è intervenuto il giovane studente Pasquale Granata, presidente della scuola calcio di San Marcellino: “Uno dei nostri obiettivi è quello di portare a San Marcellino una nuova politica, che non illude e non fa false promesse, una politica partecipata, noi vogliamo far sì che ogni interesse pubblico primario o secondario sia trattato allo stesso modo. Noto che molti giovani sammarcellinesi di 15-16 anni hanno già abbandonato la scuola e non hanno impegni perché non sanno dove andare, noi dobbiamo fare in modo che questi giovani sappiano cosa fare. Ad esempio, abbiamo un campo sportivo non omologato, chiuso, dobbiamo renderlo aperto per tutta la giornata per questi giovani e per tutta la cittadinanza”.

In chiusura il candidato sindaco Francesco Dongiacomo, dopo i dovuti ringraziamenti, ha dichiarato: “Noi vogliamo essere propositivi, noi siamo per la politica del fare, non per la politica spicciola degli inganni, delle furbizie, dei lecchinaggi, degli interessi pur di arrivare. Noi sosteniamo una politica trasparente, la politica non è negoziare per vincere a tutti i costi, ma ascoltare. La gente sa tutto, la gente ci conosce e li conosce, grazie a Dio”.

“Alcuni di altre liste – ha sottolineato Dongiacomo – dicono di essere portavoce di nuove idee, ma sono proprio quelli che con il loro malgoverno hanno mandato in rovina il nostro Comune. San Marcellino è stata governata negli ultimi venti anni dall’amministrazione Bocchino prima e dall’amministrazione Carbone dopo, con alcuni vecchi amministratori che ancora oggi hanno il coraggio di essere presenti a questa competizione elettorale. Che coraggio! Abbiate almeno una volta nella nostra vita rispetto dei cittadini, non offendete la nostra intelligenza. Uniti per cambiare l’Ancora Bilancia sono quelli: del disastro ecologico, dell’aumento delle tasse, Tarsu, Tari, aumenta dell’Ici, del dissesto comunale. Qualcuno potrebbe obiettare che le tasse sono salite per via del dissesto. No, le hanno aumentate prima, ci sono le delibere come prova. Noi sulla Tari ci possiamo lavorare perché è l’unica tassa non legata al dissesto. Noi vogliamo rideterminare le tariffe e reinserire riduzioni”.

Dongiacomo ha incalzato: “C’eravamo proposti di non rispondere alle provocazioni, che sono arrivate, ovviamente, amare e anche pungenti. Invito semplicemente qualcuno a fare attenzione quando si menzionano gradi di parentela, soprattutto quando coinvolgono persone che non ci sono più. Citare il sindaco Luciano Dongiacomo ed accostarlo ad altri, è proprio terra terra. Si eviti di nominare Luciano Dongiacomo”. “Noi – ha aggiunto il candidato sindaco – non associamo un numero ad ogni portone, ciò che hanno detto loro è la fotografia di quello che sono. C’è una storia in ogni portone, una dignità, non ci sono i numeri”.

Dongiacomo ha poi lanciato il guanto di sfida: “Io voglio fare una proposta agli altri quattro candidati sindaco: voglio  un confronto pubblico sul palco, come si fa in America, con un conduttore, con un moderatore e con delle regole, vediamo un poco cosa hanno da dire”.

“Il 5 giugno – ha terminato Dongiacomo – sarà un grande giorno. Basta poco. All’interno di quella fredda cabina elettorale, con una semplice matita, un piccolo gesto, in pochi secondi possiamo dare un calcio al vecchio modo di fare politica e mandare a casa quelli che ci hanno rovinato”.

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