Calcioscommesse, le mani della camorra sulle gare di B: indagati calciatori

di Redazione

Napoli – I carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli a carico di sette persone ritenute responsabili a vario titolo di essere affiliati della “Vanella Grassi”, operante nei quartieri a Nord del capoluogo campano.

Un’altra persona è indagata per il favoreggiamento di uno dei capi del clan. Altre due persone sono indagate per aver alterato il risultato di partite di calcio professionistico a favore della stessa organizzazione, reati tutti aggravati da finalità mafiose.

Nel corso di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli I militari hanno identificato i componenti della rete di affiliati vicina al capo clan Umberto Accurso (arrestato dai carabinieri l’11 maggio 2016, guarda il video) e individuato gli specifichi incarichi di “armiere”, “capo piazza”, “pusher” e “distributori di mesate” agli affiliati e ai familiari dei detenuti.

Tra gli indagati il difensore del Genoa, Armando Izzo, il centrocampista dell’Acireale, Francesco Millesi, già in forza all’Avellino, e l’ex calciatore Luca Pini. Nei riguardi di Izzo, Millesi e Pini, la Dda ipotizza un concorso esterno, senza un inserimento organico, alle attività del clan di camorra Vanella Grassi. In particolare, gli inquirenti ipotizzano che i tre si siano messi a disposizione dell’organizzazione allo scopo di influire su alcune partite del campionato di calcio di serie B sulle quali i vertici del clan scommettevano denaro.

Nel corso delle indagini i militari dell’Arma hanno inoltre identificato i componenti della rete di affiliati vicina ad Accurso e individuato gli specifici incarichi di armiere, capo piazza, pusher e distributori di ‘mesate’ agli affiliati e ai familiari dei detenuti. L’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli su richiesta della Dda è stata eseguita nei confronti di 10 persone.

Sette sono state condotte in carcere, i rimanenti tre ai domiciliari; in particolare, una persona è indagata per il favoreggiamento di uno dei capi della consorteria camorristica mentre gli altri due per aver alterato il risultato di partite di calcio professionistico a favore della stessa organizzazione, reati tutti aggravati da finalità mafiosa.

Guarda il video delle intercettazioni

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