Ecoballe, al via la rimozione a Giugliano e Villa Literno

di Redazione

Giugliano/Villa Literno – Alle 11.28 di lunedì 30 maggio è stata rimossa la prima delle ecoballe che lasceranno, dopo tantissimi anni, il sito di stoccaggio “Lo Spesso” situato tra Villa Literno e Giugliano, a cavallo tra le province di Caserta e Napoli. Nel sito sono depositati oltre 5 milioni di ecoballe, collocate negli anni dell’emergenza rifiuti in Campania.

Gli operai dell’azienda Vibeco sono entrati nella fase operativa del piano di smaltimento reso possibile dalla sinergia tra la Regione Campania e il governo nazionale. Presenti il governatore Vincenzo De Luca, i sindaco di Giugliano, Antonio Poziello, e di Villa Literno, Nicola Tamburrino, insieme ad autorità civili e all’amministratore delegato della Vibeco, uno dei soggetti dell’associazione temporanea d’impresa che si è aggiudicata i lotti 5 e 6, quelli interessato dalle prime partenze, formata da Vibeco srl/Bm service srl/Sirio Ambiente e Consulting srl.

In attesa delle necessarie autorizzazioni dei Paesi stranieri di destinazione (nel caso della Vibeco Spagna e Romania) le balle saranno dirottate nei siti italiani. L’Ati dispone di diversi impianti di lavorazione “intermedia” dove i rifiuti impacchettati possono essere spediti.

“Siamo davanti un evento storico. – ha detto il governatore De Luca – È la prima grande operazione di bonifica ambientale e di legalità. Comincia qui l’operazione per cancellare la Terra dei fuochi. E trasformarla in Terra dei fiori. Una vicenda che ha sporcato l’immagine non solo della Campania ma dell’Italia intera”.

E sul rischio per la salute, De Luca torna con toni fermi a promettere il “più sofisticato screening mai fatto in Europa, forse neanche nel mondo” sul grado di connessioni tra inquinamento da rifiuti e insorgenza di mali incurabili. “Faremo finalmente chiarezza, stando lontano sia dalla minimizzazione sia dall’allarmismo – aggiunge ancora il governatore – e dalle inaccettabili strumentalizzazioni di chi attacca la Campania, e l’eccellenza dei suoi prodotti, solo per mere speculazioni di tipo commerciale”.

Non sono mancate le proteste. I dipendenti dei consorzi di hanno affisso all’ingresso uno striscione ricordando che da 43 mesi non percepiscono gli stipendi.

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