Aversa – Chiedevano il pizzo a diversi commercianti della zona compresa tra Aversa, Lusciano, Trentola Ducenta, Cesa e Parete, pretendendo cifre che andavano dai 500 ai 3mila euro in coincidenza delle festività di Natale, Pasqua e Ferragosto.
Con l’accusa di estorsione, aggravata dal metodo mafioso, i carabinieri del reparto territoriale di Aversa, guidati dal tenente colonnello Vittorio Carrara, hanno tratto in arresto dieci persone, su disposizione del gip del tribunale di Napoli.
Alcuni degli indagati risultano affiliati alla fazione Bidognetti del clan dei casalesi. Le estorsioni accertate riguardano gli anni che vanno dal 2007 al 2011. Tra le vittime una nota ditta di luminarie.
Si tratta di: Lorenzo Tamburrino, detto “Il Topo”, 32 anni, di Lusciano; Giuseppe Barbato, detto “Cascione”, 37 anni, di Lusciano; Renato Piccolo, 43 anni, di Casapesenna; Bartolomeo Vitiello, detto “Bartolo”, 34 anni, di Giugliano; Luigi Chianese, detto “Giggino ‘o santo”, 49 anni, di Parete; Francesco Chianese, detto “Santulillo”, 56 anni, di Parete; Pietro Chianese, detto ‘O figlio do santulillo”, 30 anni, di Parete; Vincenzo Di Sarno, detto “Cenzino provolone”, 52 anni, di Parete; Domenico Di Martino, detto “Mimmo ‘o biondo”, 27 anni, di Lusciano; e Raffaele Cirillo, 32 anni, di Cesa, quest’ultimo ai domiciliari.
Francesco Chianese, uno degli arrestati, è un fruttivendolo che lo scorso novembre finì al centro di un’inchiesta della trasmissione televisiva “Report” di Raitre riguardo un ingente traffico internazionale di armi destinate a Somalia, Armenia, Costa d’Avorio, Iraq, Libia, Nigeria, Iran, Sud Sudan e Angola (leggi qui).
L’attività d’indagine è stata coordinata dai magistrati della Dda di Napoli, procuratore capo Giovanni Colangelo, procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e dai sostituti Catello Maresca, Alessandro D’Alessio e Cesare Sirignano. Quest’ultimo allo stato sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia.
In alto il video della conferenza stampa dei Carabinieri.
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