Mattarella in Libano: visita a sorpresa ai militari italiani

di Stefania Arpaia

Beirut – Visita a sorpresa del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ai militari italiani in Libano.

Il Capo di Stato, accompagnato dal ministro della difesa, Roberta Pinotti,  ha incontrato, venerdì, nella base di Shama gli uomini e le donne del contingente italiano della missione Unifil, United Nations Interim Force in Lebanon.

“Unifil dimostra che si possono centrare obiettivi difficili quando la comunità internazionale si muove in maniera corale, promuovendo stabilizzazione e pace – ha detto Mattarella – Di questa solidarietà collettiva e visione unitaria abbiamo sempre più bisogno. Oggi, la missione di Unifil è, se possibile, ancor più importante. Basta guardare a quanto accade nella vicina Siria, dove la tanto attesa tregua, raggiunta con grande fatica e dopo troppe atrocità, viene costantemente messa in discussione”.

“Vanno aiutati anzitutto i Paesi dai quali hanno origine i flussi migratori – ha proseguito – ma, con grande ragione, vanno sostenuti quei Paesi di transito e di asilo maggiormente investiti dal fenomeno, come è il caso del Libano. Il Libano convive da lungo tempo con le difficoltà determinate dal costante flusso di rifugiati, mostrando una solidarietà che costa al Paese notevoli sacrifici. La presenza di insediamenti antichi e nuovi raggiunge quasi un terzo dell’intera popolazione. È un atteggiamento che suona da esempio per tutto il Mediterraneo e per l’Europa”.

Poi la lode alle difficoltà affrontate dai soldati: “Ho piena consapevolezza di quanto state facendo, non senza sacrifici, lontano alle vostre case e dai vostri affetti. Il vostro lavoro contribuisce in modo determinante all’immagine e al prestigio del nostro Paese nell’ambito della comunità internazionale”.

“Quanto avviene in Siria – ha aggiunto – ha un impatto immediato, oltre che sulla regione, sull’intera Unione europea, ad iniziare, ma non solo, dalla questione dei rifugiati. La democrazia edificata a prezzo di enormi sacrifici è nelle nostre mani. Nessuna conquista è di per sé definitiva. Di qui la necessità di esserne all’altezza per rafforzarla e allargarne continuamente le basi”.

“Decisivo è anche il destino del progetto europeo, è la dimensione necessaria per affermare valori di cooperazione internazionale e valorizzare il nostro modello politico e sociale che si è affermato proprio in seguito alla guerra di liberazione. Su questa strada dobbiamo ancora proseguire vincendo paure, chiusure ed egoismi, cercando di realizzare nuovi traguardi a beneficio dei nostri cittadini e del mondo intero”.

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