La polizia ha eseguito a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) un’ordinanza cautelare in carcere emessa dal Gip di Messina, su richiesta della Dda, nei confronti di quattro persone indagate per attribuzione fittizia di società, tentativo ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Nella stessa inchiesta sono indagati anche un collaboratore di giustizia, per false dichiarazioni e favoreggiamento, e altre quattro persone per concorso in interposizione fittizia.
Al centro delle indagini, condotte dalla polizia e coordinate dalla Dda della Procura di Messina, il presunto patto tra un collaboratore di giustizia e un imprenditore condannato per concorso nell’associazione mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto e dell’alleata cosca dei “Mazzaroti”.
In carcere sono finiti l’ex boss di Mazzarrà S.Andrea (Messina), ora collaboratore di giustizia, Carmelo Bisognano, 51 anni, Tindaro Marino, 56, Angelo Lorisco, 49, e Stefano Rottino, 44. Gli ultimi due sono ai domiciliari, Lorisco in carcere. Bisognano in quanto collaboratore di giustizia è stato trasferito in una località protetta.
Nello stesso procedimento Bisognano, Marino e Lorisco viene inoltre contestato, in concorso, il reato di false dichiarazioni a pm e a Bisognano e Lorisco il reato di favoreggiamento. Altre 4 persone sono indagate per attribuzione fittizia di titolarità societarie. I provvedimenti sono stati emessi nell’ambito di un’indagine del 2015 del Commissariato di Barcellona Pozzo di Gotto sul clan mafioso dei barcellonesi ed in particolare sulla cosca di Mazzarrà Sant’Andrea.
Il boss dei Mazzarroti, Carmelo Bisignano, adesso collaboratore di giustizia, aveva stretto un patto con l’imprenditore Tindaro Marino promettendogli di cercare di alleggerire la sua posizione in alcuni processi con le sue dichiarazioni. Marino aveva ricambiato promettendo a Bisignano l’erogazione di cospicue somme di denaro impegnandosi a coinvolgere l’ex boss nella sua attività imprenditoriale, costituendo e finanziando una società, di fatto riconducibile ad entrambi, anche se intestata a terze persone.
L’ha scoperto la polizia che oggi ha arrestato per mafia ed estorsione 4 persone. La società di Marino e Bisignano con la collaborazione di Angelo Lorico si sarebbe dunque attivata allo scopo di accaparrarsi lavori pubblici da effettuare nella zona tirrenica della provincia di Messina, ricavandone guadagni e tornando a lavorare come sottolineano nelle intercettazione i due arrestati alla “vecchia maniera”.
Inoltre, a Bisognano e Lorisco viene contestato il reato di tentata estorsione commesso, nel mese di febbraio 2016, in danno di due imprenditori edili di Terme Vigliatore. Anche ad un altro degli arrestati Stefano Rottino nei mesi di gennaio e febbraio 2016, è accusato di un’estorsione nei confronti di una società avente diversi punti di vendita nella città del Longano per il commercio di prodotti per la cura della persona.