Unioni civili, arriva la fiducia. Renzi: “Giornata importante”

di Emma Zampella

Con 369 sì  e 192 no, il Governo ottiene la fiducia sulle unioni civili: sono 2 le astensioni. Il voto finale del provvedimento è previsto in serata. Ma prima di arrivare all’ultimo passaggio che prelude il via definitivo al provvedimento,  che non ha subito modifiche sostanziali, dovranno essere esaminati i 39 ordine del giorno.

“Non erano possibili ulteriori ritardi dopo anni di tentativi falliti” scrive Matteo Renzi su Facebook, a poche ore dal voto finale. “In queste ore decisive – prosegue il post del premier – tengo stretto nel mio cuore il pensiero e il ricordo di Alessia (attivista e politica fiorentina morta nel 2011). E questo mi basta. Perché le leggi sono fatte per le persone, non per le ideologie”.

“Le leggi – sottolinea il presidente del Conisglio – sono fatte per chi ama, non per chi proclama. Scriviamo un’altra pagina importante dell’Italia che vogliamo. Lo facciamo con umiltà e coraggio. Ma lo facciamo adesso perché in Italia non è più possibile continuare a rinviare tutto. E’ un giorno di festa per tanti, oggi. Per chi si sente finalmente riconosciuto. Per chi vede dopo anni che gli vengono restituiti diritti talmente civili da non aver bisogno di altri aggettivi. Per chi stanotte ha fatto fatica a prendere sonno, per chi da giorni ci scrive chiedendo dove festeggiare, per chi semplicemente non sta più nella pelle”, aggiunge Renzi.

Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, interpellato sul testo sulle unioni civili e sulle reazioni della Cei, respinge le critiche: “Ho rispetto per la Cei ma ritengo quella scelta necessaria e anche un po’ tardiva rispetto a ciò che si è sviluppato nel tempo nella società e a diritti che da troppo tempo chiedono un riconoscimento”. Ad opporsi al tale procedimento è appunto anche il segretario della Cei,  Nunzio Galantino, che  ha definito “una sconfitta per tutti” la fiducia. E un altro focolaio di polemiche lo ha acceso il candidato sindaco di Roma, Alfio Marchini, dicendo che lui non celebrerà le unioni se diverrà Primo cittadino della Capitale.

 La protesta delle opposizioni si è levata immediatamente, seppur con sfumature diverse. Arturo Scotto (SI) ha parlato di “grave errore”, e Renato Brunetta di “squadrismo”. Ma scontenti anche i pochi deputati della maggioranza contrari alla legge, che non voteranno la fiducia, come Alessandro Pagano, di Ncd, o Gianluigi Gigli e Mario Sberna di Democrazia Solidale. Altri cattolici della maggioranza (come Paola Binetti) voteranno sì alla fiducia ma si asterranno sul voto finale al provvedimento (il regolamento della Camera separa i due voti).

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