Aversa – Addio ufficiale all’ospedale psichiatrico giudiziario più antico e più importante d’Europa e contestuale conversione in istituto di pena a media e bassa intensità delinquenziale con 270 detenuti di cui 55 già presenti da tempo per porre in essere progetti miranti all’ammodernamento della struttura.
Si riconverte il “Saporito” e nella riconversione alcune decine di operatori sanitari non assunti a tempo indeterminato dei 130 in servizio potrebbero perdere il lavoro, mentre resteranno ad Aversa i 79 poliziotti penitenziari e i 32 addetti amministrativi.
La decisione di trasformare l’Opg in un centro di detenzione a bassa e media intensità delinquenziale è stata adottata da un anno e mezzo, dopo che la Regione Campania, interpellata sull’utilizzo dell’area da parte sua, si disse (governatore Caldoro) non interessata. Una notizia questa dell’istituzione di un carcere che non ha trovato molti consensi in città, considerato che il nuovo istituto di reclusione è, di fatto, ubicato in pieno centro cittadino.
“L’occasione – ha dichiarato Alberto Coppola, docente di urbanistica all’Università ‘Federico II’ di Napoli – è storica per la Città di Aversa che, dopo 120 anni circa, può ripristinare il tessuto urbanistico e viario originario. Chiunque sia il sindaco eletto sarà un problema dell’intera Amministrazione Comunale fare fronte comune contro un’utilizzazione a penitenziario del complesso. A Santa Maria Capua Vetere hanno allontanato il carcere dalla città e ad Aversa lo insediano. Salvati gli edifici strettamente indispensabili all’Amministrazione della Giustizia (‘il Castello’) il complesso deve tornare alla Città, con un accordo da sottoscrivere subito con il Ministero con tempi e modalità di passaggio certi. In Italia lo Stato sta dismettendo ovunque il proprio patrimonio e solo ad Aversa lo vuole conservare. Si pensi cosa potrebbe essere un unico parco pubblico a verde composto dal Parco Pozzi e dalla ex colonia agricola dell’Opg (la parte più ad est del complesso, a confine con via Saporito), con l’abbattimento del muro lungo Via Saporito e un ponte in legno lamellare ciclo – pedonale a scavalcare la detta via. Si vedrà se la Politica locale ha peso per farsi rispettare al Ministero”.
“Inutile – afferma da parte sua, il due volte sindaco Lello Ferrara (nella foto) – che i due contendenti a sindaco si battano con promesse, il problema è che la città viene umiliata per l’ennesima volta. Dopo 120 anni di prigionia del centro cittadino è stata cancellata la possibilità di ridisegnare la città. Quelli che hanno governato Aversa negli ultimi 15 anni si sono dimostrati inadeguati e inefficienti. Attualmente in tutte e due le coalizioni vi sono pezzi di amministrazione uscente che non è stata in grado di rispettare la città, così come i parlamentari nazionali ed europei non hanno mosso un dito”.
Ovviamente, sul tema, non potevano non esprimersi i due candidati sindaco al ballottaggio di domenica 19 giugno. “Ci stiamo confrontando con i cittadini, con chi lavora nella struttura e la vive e stiamo trovando una soluzione condivisa. Certo è – ha dichiarato Enrico de Cristofaro – che l’area che fino ad oggi ha ospitato l’Opg non può essere un macigno all’interno della conurbazione urbana. Per noi deve essere una struttura aperta nell’ambito della sistemazione del centro storico. Rivendichiamo la possibilità di scelta da parte della comunità locale”.
“Da sindaco – gli ha fatto eco Marco Villano – chiederò subito un tavolo di confronto con il Ministero della Giustizia perché l’annuncio della definitiva chiusura dell’Opg Filippo Saporito, notizia che aspettavamo da tempo, non può essere offuscato dall’imposizione di una riconversione della struttura che negherà alla città un’area strategica anche per lo sviluppo del tribunale”.