Conversione bene confiscato, gli architetti di Casapesenna alla Biennale di Venezia

di Redazione

casapesenna architetti

Casapesenna – Apre con il progetto Restart la selezione di lavori del Padiglione Italia della 15esima edizione della Biennale di Architettura di Venezia, quest’anno curata da Tamassociati ed intitolata Taking-care, progettare per il bene comune.

Il progetto, firmato dagli architetti campani Costantino Diana, Raffaele Semonella e Giuseppe Diana (dianarchitecture di Casapesenna + RS architettura di Caivano), rientra tra i venti selezionati dal team curatoriale per altrettanti studi italiani.

Un lavoro innovativo, relativo alla conversione infrastrutturale di una villa confiscata ad un boss della camorra a Casal di Principe che ha ospitato la mostra “Gli Uffizi a Casal di Principe – la luce vince l’ombra” (guarda articolo e video) curata da Antonio Natali, Marta Onali e Fabrizio Vona (una produzione First Social Life a cura di Giacinto Palladino e Alessandro de Lisi) dal 21 giugno al 13 dicembre 2015.

38mila visitatori e oltre cinquanta imprese private coinvolte, zero euro pubblici investiti in un cantiere e in una mostra unica in Europa. La struttura esterna, una membrana di tubi Dalmine foderata di rete arancione, simbolo di passaggio dal passato architettonico in stile “Scarface” ad un luogo nuovo per la produzione culturale.

Oggi gli architetti, con la stessa produzione, sono impegnati nelle rifiniture del loro ultimo progetto: il “Museo della Fiducia e del Dialogo” di Lampedusa, che aprirà al pubblico il prossimo 3 giugno alla presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella.

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