L’Opg di Aversa chiude, Castaldo: “Si rispetti la volontà degli aversani”

di Nicola Rosselli

Aversa – Chiama alla mobilitazione l’ex assessore e avvocato Antimo Castaldo contro la decisione oramai ufficiale: il responsabile del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria in seno al Ministero di Giustizia, Santi Consolo, lo ha annunziato addirittura in televisione: è stato firmato il decreto di chiusura dell’ospedale psichiatrico giudiziario “Filippo Saporito” che, come lo stesso Consolo ha dichiarato, sarà riconvertito in carcere per detenuti a basso indice di pericolosità. Una decisione che era stata ipotizzata da almeno tre anni e che si è materializzata da un anno.

In particolare da quando, nel febbraio 2015, il Provveditore regionale campano dell’Amministrazione penitenziaria, Tommaso Contestabile, dichiarò di aver presentato al Ministero di Grazia e Giustizia un progetto di riconversione dell’Opg in istituto per 150-200 detenuti a basso indice di pericolosità. Addirittura per i nuovi ospiti che giungeranno nella città normanna era già pronto il progetto Habitat sociale, finanziato con fondi della sanità penitenziaria e dal Dipartimento di Sanità Mentale dell’Asl di Caserta diretto dall’aversano Luigi Carrizzone.

“La politica – ha dichiarato Castaldo – deve farsi carico di quella che è la volontà degli aversani e non lasciare la questione in mano ai burocrati. Necessita una presa di posizione dei due candidati al ballottaggio, di cui uno appartenente al partito di governo”.

Che l’Opg sarebbe diventato un carcere lo aveva dichiarato anche il sottosegretario Pd Gennaro Migliore, in visita a Napoli Nord e all’Opg, nel febbraio scorso, salvo, poi, rimangiarselo quando la stampa gli fece notare che la città e lo stesso Pd locale erano fermamente contrari. Ma, evidentemente, la decisione era stata presa. Decisione, quella di trasformare l’opg in un centro di detenzione a bassa e media intensità delinquenziale, adottata dopo che la Regione Campania (quando il governatore era ancora Stefano Caldoro), interpellata sull’utilizzo dell’area da parte sua, si è detta non interessata.

L’ipotesi di una riconversione in istituto di pena in città non trova, ovviamente, nessuna sponda anche tra chi ha amministrato negli ultimi anni o chi, come l’ex sottosegretario alla Giustizia, Pasquale Giuliano, ad Aversa ha portato il tribunale di Napoli Nord che ha parlato di dare vita ad una cittadella giudiziaria aprendo le strade interne per restituire alla città il suo centro storico. Sulla sua stessa scia l’ex sindaco Raffaele Ferrara, gli ex assessori Marcantonio Abate e Antimo Castaldo che ritengono anacronistica una decisione di questo tipo.

Infine, il presidente regionale e provinciale degli architetti, nonché possibile candidato per il centrodestra a sindaco, Enrico de Cristofaro, sul punto ha dichiarato: “Dal punto di vista urbanistico sarebbe una scelta scellerata. Un macigno all’interno della conurbazione urbana. Per noi deve essere una struttura aperta nell’ambito della sistemazione del centro storico. Dobbiamo rivendicare la possibilità di scelta da parte della comunità locale”.

Il suo competitor al ballottaggio Marco Villano dichiarò: “Siamo per ridare tutta l’area o parte di essa alla città. Cosa che può avvenire anche cedendo parte degli immobili al tribunale di Napoli Nord che ne ha bisogno”.

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