Marcianise – Nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, i carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta, tra le province di Sassari, Roma e Milano, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip partenopeo, nei confronti di tre indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in omicidio, detenzione e porto illegale di arma da fuoco aggravati dal metodo e finalità mafiose.
L’indagine, avviata nell’anno 2015, a seguito delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, tra i quali Pasquale Belforte, consentiva, attraverso una laboriosa attività di riscontro, di far luce su di un efferato omicidio in danno del trentenne Pasquale Dallarino, avvenuto a Marcianise il 17 luglio 1997, affiliato all’organizzazione camorristica dei Piccolo, soprannominata “Quaqquarone”, operante a Marcianise e nei comuni limitrofi, per conto della quale era addetto alla raccolta del denaro proveniente dalle estorsioni a commercianti ed imprenditori.
L’attività investigativa condotta dai militari dell’Arma collocava il fatto di sangue tra quelli caratterizzanti lo scontro armato tra le due organizzazioni camorristiche tuttora operanti in Marcianise, quella dei Belforte, soprannominata “Mazzacane”, e quella dei Piccolo “Quaqquarone”, in contrasto per la supremazia nella gestione degli affari illeciti nel capoluogo casertano e nei comuni limitrofi sin dalla metà degli anni ottanta, che ha registrato oltre 50 omicidi nel corso degli anni ed aveva indotto all’inizio dell’anno 1998 il Prefetto di Caserta ad adottare l’eccezionale misura della chiusura serale anticipata degli esercizi pubblici alle ore 22.
Il gip ha concordato con la tesi investigativa secondo la quale l’evento delittuoso veniva portato a compimento dal capo del clan Domenico Belforte il quale, unitamente a Domenico Cirillo, alias “Crapariello”, esplodeva all’indirizzo della vittima numerosi colpi di arma da fuoco, nel mentre la stessa percorreva a bordo della sua autovettura la via Evangelista di Marcianise. Nella misura cautelare, inoltre, il gip ha evidenziato indizi di reato a carico di Gennaro Buonanno, il quale ha avuto il compito di segnalare la presenza di Dallarino, alias “Specchiettista”.
Nel corso delle indagini, si procedeva alla certosina disamina di copiose intercettazioni telefoniche ed ambientali poste in essere all’epoca dei fatti che, collegate alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Belforte ed a riscontri tecnici-documentali, consentiva di contestare agli indagati la commissione dell’evento delittuoso, dimostrando come Domenico Belforte, nonostante fosse colpito dalla misura di prevenzione dell’obbligo di soggiorno a Martinengo (Bergamo), raggiungesse Marcianise al fine di commettere l’omicidio per poi ritornare immediatamente nel luogo di soggiorno obbligato.