Orta di Atella – Se la revoca alla nomina di Indaco come presidente del Consiglio, nomina che lo stesso civico consesso gli aveva affidato lo scorso 9 luglio, si avvertiva già da tempo nell’aria, a lasciare quasi tutti di stucco, è stata l’elezione a sorpresa di Massimo Russo, già consigliere delegato al Suap.
I molti che avevano scommesso su Alfonso Di Giorgio, e che davano per certa la sua nomina, dato che era il solo consigliere di maggioranza lasciato ancora senza nessuna delega, si sono dovuti ricredere.
Molti i temi che hanno tenuto banco: le prime tensioni si sono registrate con l’approvazione dei primi due punti all’ordine del giorno, ovvero la riscossione coatta dei tributi che avverrà esternamente e lo schema di convenzione della Tesoreria Comunale.
Ovviamente entrambi i punti non sono stati sostenuti dai gruppi di opposizione, che hanno dato voto contrario e che hanno sostenuto anche che i documenti alle due delibere, non fossero stati depositati agli atti nei tempi regolamentari.
Il momento clou è arrivato, però, con il voto alla revoca di Indaco: non sono mancate le polemiche da parte del capogruppo Di Micco per i 5 stelle e Santillo del Gruppo Autonomo, che hanno ritenuto illegittimo quanto si stava svolgendo.
I due gruppi di opposizione, al momento della revoca e della successiva nomina del nuovo presidente del Consiglio Comunale, hanno abbandonato l’aula in segno di protesta.
Anche Indaco, prima di abbandonare l’aula, ha tenuto a ribadire di aver sempre rispettato gli obblighi sanciti da regolamento e statuto, e di aver invitato più volte i consiglieri di maggioranza a produrre formalmente una mozione di sfiducia nei confronti del suo operato, qualora questo non fosse stato ritenuto corretto.
Alla fine la revoca è arrivata con i soli voti della maggioranza, la stessa che ha eletto Massimo Russo come presidente ed Eleonora Misso come componente della commissione Statuto e regolamento. La nomina del vicepresidente dell’Assise è stata invece rinviata alla prossima seduta.
C’è da scommetterci, comunque, che la vicenda avrà un lungo seguito, visto che lo stesso Indaco ha sempre dimostrato la volontà di fare chiarezza ricorrendo persino alla giustizia amministrativa.