Casal di Principe – Nei giorni scorsi a Casal di Principe è ripreso lo scavo nel terreno che si trova vicino allo stadio comunale per cercare rifiuti tossici o quantomeno inquinanti.
Si tratta di uno di questi siti indicati agli inquirenti tanti anni fa da Carmine Schiavone, le cui dichiarazioni non si è mai capito se fossero veritiere o meno. I magistrati hanno il dovere di verificare la fondatezza delle notizie ricevute per garantire ai cittadini che non vi è pericolo per la loro salute, però ci chiediamo perché queste attività di ricerca avvengono, caso strano, in prossimità dell’inizio della raccolta e commercializzazione dei prodotti agricoli coltivati nei nostri terreni?
E’ possibile che dietro tutto ciò si nasconde una manovra, vergognosa, per gettare ulteriore discredito su chi lavora e produce nella nostra terra per renderlo meno forte nelle trattative economiche nei confronti dei grandi gruppi industriali?
E’ opportuno ed è doveroso che la magistratura indaghi per verificare se questa pubblicità negativa serva ai grandi gruppi industriali per costringere i produttori agricoli del nostro territorio ad accettare prezzi di commercializzazione inferiori a quelli concordati per riuscire a vendere e recuperare le notevoli spese sostenute, com’è accaduto negli anni passati.
Il nostro sospetto è giustificato da quello che è sempre successo negli anni passati: dopo aver creato il polverone pubblicitario negativo sulle nostre terre e sui nostri prodotti agricoli torna l’oblio giornalistico su queste notizie perché, nel frattempo, i prodotti agricoli coltivati nelle nostre terre sono stati acquistati a buon mercato dagli industriali del Nord Italia ed esteri che dovranno rivenderli per cui la popolazione non dovrà essere informata e dovrà dimenticare presto la notizia dei rifiuti interrati, a prescindere dalla loro tossicità.
La cosa che ci indigna è proprio questo comportamento dei mass-media che dimostrano, fatta qualche rara eccezione, di non essere indipendenti ma al servizio delle lobby economiche ed industriali che con pochi spiccioli di pubblicità li rendono succubi ai loro interessi.
La beffa aumenta perché questo improvviso oblio degli organi di stampa è giustificato come una manovra per favorire i produttori agricoli del nostro territorio per consentire loro di potere negli anni seguenti continuare a coltivare e raccogliere i prodotti agricoli negli stessi terreni oggetto di scavi ed indagini, i cui risultati non saranno mai resi noti, come è finora accaduto.
Il Movimento per il Riscatto denuncia questa ennesima speculazione mediatico-affaristica ed invita i cittadini, i produttori agricoli e le associazioni di categoria a protestare contro questa vergognosa speculazione che crea solo allarmismo senza garantire la salute della popolazione.
Il Movimento per il Riscatto chiede, per l’ennesima volta, alle autorità competenti di rendere pubblici i risultati delle precedenti indagini sui siti inquinati indicati dai collaboratori di giustizia per sapere se vi è effettivo pericolo per la salute pubblica, visto che il popolo vive in un clima di paura considerato l’aumento di morti per malattie tumorali che sembrano essere provocate dall’inquinamento.
Dare risposte chiare a queste domande sarà utile alla collettività e renderà merito a chi lotta da sempre contro la criminalità senza ricavarne vantaggi economici e mediatici.
Il Movimento per il Riscatto auspica che l’apatia e lo sconforto che si è diffuso nella popolazione che è ormai sfiduciata e non crede a niente passi presto, come la “nuttata di Edoardo” e venga ripristinata la vera Legalità che non è quella declamata nei libri, nei giornali e nei convegni dai soliti furbi, ma quella praticata da tutti che garantisce il rispetto delle regole e non crea né privilegiati né supereroi, di cui un paese democratico non deve aver mai bisogno.
Avvocato Francesco Martino, presidente del Movimento per il Riscatto