Affare immigrazione, 4 milioni sottratti al Fisco. Una Onlus legata a Mafia Capitale

di Redazione

La Guardia di Finanza di Siracusa, nella consapevolezza dell’impatto sul territorio del crescente fenomeno dell’immigrazione clandestina, ha eseguito una serie di attività di controllo nei confronti delle strutture di accoglienza della Provincia.

Le indagini hanno trovato riscontro iniziale nei dati del secondo semestre del 2013, quando un flusso epocale di immigrati, 113 sbarchi con circa 13.300 arrivi, ha coinvolto le coste Siracusane da Sud a Nord, da Portopalo di Capo Passero a Capo Murro di Porco, con carattere incessante ed a volte anche con più sbarchi giornalieri.

Flusso di immigrati aumentati nel 2014, anche in considerazione dell’avvio prima dell’operazione “Mare Nostrum” e successivamente di “Triton” e “Triton 2015”, operazioni internazionali che hanno permesso di fornire assistenza, al 31 maggio, a circa 87mila immigrati distribuiti su 291 sbarchi concentrati nel porto di Augusta.

Tanti immigrati a cui dare assistenza che hanno sollecitato: le strutture deputate all’ordine ed alla sicurezza pubblica sul territorio, con un impegno significativo delle Forze di Polizia nell’ambito del dispositivo coordinato dal Prefetto di Siracusa, Armando Gradone; il Gruppo Interforze di Contrasto all’Immigrazione Clandestina denominato “Gicic”, coordinato dal procuratore capo della Repubblica, Francesco Paolo Giordano, per assicurare gli “scafisti” alla giustizia. Componente che si è sempre posta come link con l’Agenzia Frontex ed i cui magistrati, coadiuvati dai reparti del Corpo e da personale delle altre Forze di Polizia, hanno emesso provvedimenti restrittivi della libertà personale, dal 2013 ad oggi, nei confronti di 230 soggetti indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Gli immigrati giunti sul territorio, hanno avuto bisogno sin da subito di un’adeguata assistenza, dal momento dello sbarco fino al loro trasferimento nei centri di prima accoglienza e/o nelle strutture del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati: assistenza che per due annualità (2013 e 2014) ha comportato un esborso di 13 milioni e 900mila euro.

Questa situazione, nuova e non prevista, emergenziale, ha creato un link assoluto con la Prefettura aretusea che richiedeva alla Guardia di Finanza, sin dai primi eventi del secondo semestre 2013, approfondimenti e controlli di natura amministrativo contabile sulle strutture temporanee di accoglienza. I controlli riguardavano le spese sostenute ed il loro inquadramento in specifici centri di costo.

I finanzieri, in tale contesto investigativo, rilevavano irregolarità sull’inquadramento giuridico – fiscale delle prestazioni di servizio rese, in particolare sulla corretta applicazione dell’Imposta sul valore aggiunto. Le fenomenologie illecite individuate sulla base di attività di intelligence, analisi di rischio e controllo economico del territorio, nonché indagini di polizia giudiziaria, hanno orientato l’attività di polizia finanziaria intrapresa verso una duplice finalità: appurare le dinamiche decisionali e gestionali all’interno di ciascuna Associazione/Società che gestiva i centri di accoglienza; riscontrare le modalità delle prestazioni di servizio e somministrazione dei beni oggetto dei rapporti convenzionali prima, e di appalto dopo, instaurati con la Prefettura.

Le verifiche nei confronti di associazioni e/o enti non commerciali (società cooperative/ Onlus) hanno permesso di individuare un vero e proprio fenomeno evasivo, caratteristico dei soggetti operanti nel “Terzo Settore”. E’ stata disconosciuta, in carenza dei requisiti di legge per poter usufruire di agevolazioni contabili e fiscali, la natura giuridica di ente associativo noprofit.

I soggetti economici sono stati pertanto inquadrati nella reale natura di impresa commerciale con ricostruzione del Volume d’Affari e recupero a tassazione delle imposte dovute in tutti i settori impositivi.

L’attività fiscale, inoltre, ha fatto emergere fatture per operazioni inesistenti emesse da società che hanno fittiziamente eseguito lavori di ristrutturazione, reso servizi di pulizia, fornito frutta e capi di abbigliamento, nei confronti dei soggetti controllati.

Il procuratore Giordano, già nel 2014, ha delegato la Guardia di Finanza di Siracusa per l’esecuzione di specifica attività nei confronti di alcuni soggetti riconducibili a Buzzi e Carminati, indagati nell’ambito dell’operazione “Mafia Capitale”. Dalle attività investigative eseguite è emerso un collegamento tra i personaggi dell’indagine romana con un centro di accoglienza gestito in consorzio con una società siracusana: partecipanti del consorzio risultavano essere le cooperative sociali romane Eriches29 ed ABC.

In sintesi l’attività di indagine ha fatto emergere un fenomeno evasivo per 4.252.177 euro, l’individuazione dell’emissione di fatture per operazioni inesistenti per 1.351.004 euro e ed ha permesso la segnalazione di 19 soggetti per reati tributari all’autorità giudiziaria di Siracusa.

Elemento caratterizzante il disconoscimenti di 5 Onlus, l’individuazione di 2 evasori totali ed un paratotale, la richiesta di sequestro per equivalente per 920.122 euro.

Il Prefetto di Siracusa, inoltre, a seguito delle risultanze investigative determinate dall’attività eseguita, anche all’esito degli accertamenti conseguentemente disposti dall’Agenzia delle Entrate, gravi e reiterate violazioni in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto, ha decretato l’esclusione di una onlus dalla procedura di gara volta alla conclusione di un accordo quadro tra la Prefettura e più soggetti economici operanti nella provincia per assicurare i servizi di accoglienza ai migranti richiedenti protezione internazionale, per l’anno 2016.

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