Napoli – “Vogliamo giustizia, Ciro era innocente, non si può morire per errore. Non ci dobbiamo barricare in casa per paura di essere uccisi, sono i camorristi che devono essere chiusi in carcere. Marceremo per Ciro, ma queste morti devono finire. Basta con la camorra che viene a sparare nei nostri quartieri, in tutta la città. Siamo stanchi, da soli non ce la possiamo fare”.
Pasquale Lentino, 20 anni, parla durante l’assemblea organizzata in poche ore dalle associazioni di Ponticelli con “Un popolo in cammino” nell’istituto comprensivo Marino Santarosa. E’ il nipote di un’altra vittima innocente di camorra: suo zio morì della strage del bar Sayonara che 27 anni fa scosse Ponticelli.
Nell’aula magna dell’istituto presenti un centinaio di persone. I giovanissimi amici di Ciro Colonna sedevano in cerchio tra rappresentanti di Libera, padre Alex Zanotelli, Antonio Cesarano (padre di Genny, il 17enne ucciso alla Sanità), il consigliere uscente Luigi Zimbaldi e l’ex assessore Alessandra Clemente.
Intanto, per martedì, alle 19, è stata organizzata una fiaccolata davanti alla chiesa del lotto 0, a due passi dal luogo dell’agguato dove i sicari della camorra hanno ucciso Raffaele Cepparulo, boss dei “Barbudos”, e Colonna.