Marito e moglie sono stati uccisi, a pochi chilometri da Parigi, mentre erano in casa propria, sotto gli occhi del proprio figlio di tre anni, risparmiato strage familiare. A procurare la morte al comandante di polizia, Jean-Baptiste Salvaing, 45 anni e della sua compagna, anche lei agente di polizia, è stato il terrorista Larossi Abballa, già noto alle forze dell’ordine in quanto condannato a tre anni di prigione nel 2013 per “associazione a delinquere finalizzata alla preparazione di atti terroristici”, nell’ambito di un processo sulla filiera jihadista afghano-pakistana. Il duplice omicidio, poi, è stato rivendicato dai terroristi dell’Isis.
Immediate le indagini delle forze dell’ordine francesi per capire se il terrorista, poi ucciso nel blitz delle forze speciali avesse dei complici. Tre persone sono state fermate e sarebbero “vicine” al killer ma “non sono suoi familiari”. Un’operazione dell’antiterrorismo si è svolta a Mantes-la-Jolie, nell’hinterland di Parigi, nei pressi della casa del terrorista. Il killer è stato identificato come Larossi Abballa. Secondo la ricostruzione ha atteso il ritorno a casa del poliziotto e lo ha aggredito davanti alla porta di ingresso, colpendolo con 9 coltellate allo stomaco.
Poi è salito in casa della vittima e ha preso in ostaggio la sua compagna e il figlio. Immediatamente sono arrivate le auto della polizia, in particolare le forze speciali del Raid. È cominciata una trattativa, durante le quale l’uomo ha detto di essere un soldato dello Stato islamico. Abballa, la sera prima dell’azione terroristica avrebbe postato su Facebook Live, alle 20.52, un lungo messaggio in cui invita a uccidere poliziotti, secondini, giornalisti e rapper. E in cui dichiara che “l’Euro 2016 sarà un cimitero”.
Un’azione quella di Larossi Abballa – come ha egli stesso riferito alla polizia – messa in opera in risposta al comunicato dell’emico Al Baghdadi. In un appello del portavoce al Adnani, diffuso il 21 maggio, l’Isis invitava ad attaccare gli Stati Uniti e l’Europa durante il mese del ramadan, cominciato il 6 giugno. Ai negoziatori che tentavano di convincerlo ad arrendersi ha detto, fra l’altro, di sapere che la sua vittima era un poliziotto. Nell’auto del terrorista sono stati trovati dei libri religiosi. Mentre sul luogo del crimine sono stati ritrovati tre telefoni e tre coltelli, uno dei quali insanguinato.
Una mattanza che il terrorista avrebbe filmato e fotografato per dare testimonianza del suo gesto: la “documentazione” è poi stata trasmessa ai suoi contatti siriani che hanno condiviso il tutto sui social network. Intorno alla mezzanotte, quando è stato chiaro che anche la compagna di Salvaing era stata accoltellata a morte le forze speciali hanno dato l’assalto, riuscendo a salvare il bambino, sotto choc ma indenne. Il terrorista è stato ucciso.
“Tutta la luce sarà fatta sulla natura esatta di questo dramma abominevole”, ha detto nella notte il presidente François Hollande, che ha convocato un riunione all’Eliseo. Il primo ministro Manuel Valls ha espresso la “solidarietà di tutta la Nazione ai poliziotti” e ribadito le parole d’ordine: “Rifiutare la paura, combattere il terrorismo”. Un’azione dell’Isis era molto temuta durante gli Europei, che coincidono con il mese del Ramadan. Il portavoce del califfato Adnani aveva chiesto pubblicamente agli jihadisti dello Stato islamico di colpire. Lo ha fatto un uomo conosciuto dalla polizia e anche dalla magistratura francese, già condannato, che ha potuto comunque portare a termine l’attentato. Molti chiedono già misure di controllo più severe e un inasprimento dello stato di emergenza, almeno per le persone notoriamente legate agli ambienti del terrorismo.