Palermo, nube tossica da una nave in fiamme…ma è un’esercitazione

di Redazione

Palermo – Un nube tossica nel cielo di Palermo. La colonna di fumo venefico si è alzata a seguito di un incendio a bordo di una nave da carico ormeggiata di fronte al porto. Diversi dispersi in mare. In azione 5 mezzi aerei, 17 mezzi navali, 110 mezzi terrestri. Una catastrofe… ma è solo un’esercitazione.

Il devastante scenario è stato al centro di una simulazione della Protezione civile, chiudendo una vasta zona della Kalsa. Un vasto dispiegamento di forze mobilitato sulla base dell’ipotesi che le sostanze tossiche rilasciate dall’incendio a bordo della nave, a causa di venti nord-est abbiano investito in particolare la zona della Kalsa, dove sono state segnalate diverse persone che hanno bisogno di cure mediche.

Lo scenario: la nave traghetto “Vincenzo Florio”, in navigazione da Napoli a Palermo con a bordo 100 passeggeri e 65 persone di equipaggio comunica via radio alla Capitaneria di porto di trovarsi alla fonda nell’area antistante il “Foro Umberto I” a causa di un problema tecnico a bordo che ha sviluppato un grosso incendio. La nave passeggeri, quindi, attiva le proprie procedure di emergenza di bordo oltre alle squadre antincendio. Alcuni mezzi rotabili che trasportano merci pericolose vengono aggrediti dalle fiamme e causano delle esplosioni anche con il ferimento del personale impegnato nelle operazioni di spegnimento.

Si sviluppa una imponente nube di fumo che in breve tempo avvolgerà i quartieri costieri adiacenti il porto di Palermo. Successivamente, il Comando di bordo, a causa delle difficoltà nel domare l’incendio, decide per l’abbandono della nave. I naufraghi sono trasportati in porto, ma a seguito di alcune verifiche si attivano le ricerche in mare di cinque dispersi.

Avviate ricerche e soccorso aeronavale con metodi ottici, radar ed elettronici per una prima valutazione sullo stato della nave in difficolta’ e dei naufraghi. Individuata la posizione, si dà corso al recupero di eventuali feriti gravi con mezzi navali e aerei. Contestualmente si avviano le attività di spegnimento dell’incendio a bordo con l’ausilio di mezzi navali dei vigili del fuoco.

I naufraghi vengono sbarcati presso il molo Puntone, dove è allestito un punto di accoglienza e primo soccorso (triage), per il successivo trasferimento dei feriti verso l’ospedale “Buccheri La Ferla” di Palermo. Si procede all’analisi dell’aria per la verifica della natura e la concentrazione di sostanze tossiche. Identificata l’area della città investita dalla nube tossica, vengono posti i cancelli a delimitazione della zona rossa.

Molti gli edifici pubblici coinvolti nell’esercitazione, tra cui una scuola con 900 studenti, il tribunale, un museo, uffici del Comune, ‘costretti’ ad attivare procedure di sicurezza, bloccando le persone all’interno e sigillando uscite e finestre.

Nel frattempo due ospedali cittadini, tra cui il Buccheri La Ferla, sono chiamati a gestire la situazione di grave emergenza simulata nell’ambito della demo del progetto europeo Impress, organizzata in particolare dal Consiglio nazionale delle ricerche attraverso gli istituti Ibim-Cnr e Iasi-Cnr e dal Dipartimento protezione civile della Regione siciliana.

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