Aversa – Che fine ha fatto la “Casa dell’Acqua” che doveva essere realizzata per consentire ai cittadini di approvvigionarsi di acqua potabile proveniente dalla rete idrica che offre ampie garanzie di tutela della salute essendo buona, sicura e ottima da bere, perché certificata da rigorosi controlli periodici dell’Asl, e di acqua gassata pagando un prezzo simbolico?
E dove sono finiti i 10mila euro impegnati dal bilancio comunale nella seduta del 23 ottobre 2014 che ne approvò all’unanimità la realizzazione? E che cosa ne è stato della determina preparata appositamente per rendere possibile la realizzazione dell’opera?
Considerando che era stata trovata persino un’azienda disponibile a provvedere gratuitamente all’installazione e che avrebbe portato benefici economici ai cittadini che avrebbero potuto prelevare acqua depurata, sicura, batteriologicamente controllata dall’Azienda sanitaria prendendola liscia e gassata ad un costo simbolico di 5 centesimi il litro ci si chiede perché il progetto sia stato lasciato in un cassetto.
L’installazione apporterebbe concreti benefici dal punto di vista economico alle famiglie e all’ambiente riducendo, ad esempio, il consumo di bottiglie di plastica Pet giacché il prelievo annuo di 200mila litri d’acqua da un chiosco eliminerebbe circa 120mila bottiglie Pet da 2 litri, pari a circa 41mila chili di plastica e a 1500 chili di Co2 per la produzione e il trasporto, considerando il poco spazio necessario all’impianto la prevista e finanziata Casa dell’Acqua di Aversa sarebbe stata la prima realizzata sul territorio dell’agro. Invece, ad oggi, è possibile trovarne nei comuni limitrofi, come Cesa e Casaluce (guarda il filmato sopra) dove alla parole sono seguiti dei fatti con grande soddisfazione dei cittadini. A quando la Casa dell’Acqua anche ad Aversa?