Ci sono anche nove italiani tra le venti vittime della strage compiuta da un commando armato in un ristorante di Dacca, in Bangladesh. Gli altri morti sono di nazionalità giapponese. Sono stati sgozzati con lame affilate. Testimoni riferiscono che sarebbe stato risparmiato solo chi conosceva il Corano.
Tredici ostaggi sono stati tratti in salvo dopo un blitz delle forze speciali bengalesi. “I nostri commando hanno assaltato il ristorante, c’è stata una intensa sparatoria”, ha fatto sapere un agente.
Tra le vittime italiane due cittadini friulani: Marco Tondat, giovane imprenditore di Cordovado (Pordenone), e Critian Rossi, 47enne imprenditore di Feletto Umberto (Udine). Quest’ultimo lascia moglie e due figlie di tre anni. Angoscia per Adele Puglisi, cinquantenne, che si trovava nel bar. La donna, stando alle testimonianze dei superstiti, era all’interno del ristorante “Holey Artisan Bakery” al momento dell’attacco. Di lei familiari e amici non hanno notizie da due giorni.
Altra vittima Vincenzo D’Allestro, 46 anni. Era originario del Casertano, di Piedimonte Matese, e si era trasferito ad Acerra (Napoli) nell’ottobre del 2015. Nato a Wetzikon, in Svizzera, D’Allestro era nel locale dove è avvenuta la strage in compagnia di un’altra delle vittime italiane, Nadia Benedetti, che nella capitale ha un negozio. Anche la moglie, Maria Gaudio, coetanea di Vincenzo, è originaria di Piedimonte Matese. Vincenzo e Maria si erano sposati nel 1993. Morti anche Claudio Cappelli e Maria Rivoli.
L’undicesima vittima è una cittadina indiana, Tarushi Jain, studentessa di 19 anni di Berkeley che si era diplomata dalla Scuola americana di Dacca.
All’Unita di crisi della Farnesina risulta che gli italiani a cena nel locale di Dacca erano 11, tra cui anche Gianni Boschetti, l’unico riuscito a mettersi in salvo. Imprenditore tessile da 25 anni in Bangladesh, sedeva a un tavolo con la moglie e un cliente. E’ stato lui a riferire della presenza di “numerosi” italiani a un altro tavolo. “Io sono riuscito a mettermi in salvo – ha precisato parlando con un amico, riferisce l’Ansa – ma sono angosciato per gli altri”.
L’imprenditore si trovava nel giardino del ristorante al momento dell’assalto. Una volta resosi conto di quanto stava accadendo si è nascosto dietro un arbusto e ha allertato il nostro ambasciatore che a sua volta ha dato l’allarme alle forze di polizia locali. La via di fuga è stato un viottolo prospiciente il giardino. Anche per il capo cuoco argentino di origine italiana, Diego Rossini, riuscito a salvarsi: “E’ stato tremendo, ma posso dire che oggi sono nato per la seconda volta. Devo ringraziare l’Italia per come mi ha aiutato in una vicenda così dura”, ha detto Rossini all’Ansa.
Le vittime, come ha riferito il Telegraph citando un soccorritore ed un ufficiale, sono state sgozzate “con lame affilate”. “Quelli che sapevano recitare versi del Corano sono stati risparmiati, gli altri sono stati torturati” ha raccontato un testimone che è stato tenuto in ostaggio per oltre 10 ore nel locale insieme alla sua famiglia.
Gli autori dell’assalto al caffè di Dacca erano tutti molto giovani. “Avranno avuto al massimo 28 anni, erano magri e ho notato che non avevano la barba”, ha raccontato a una tv locale un testimone che ha visto i terroristi dall’alto di un tetto dopo essere riuscito a fuggire insieme ad altre persone. I terroristi hanno fatto irruzione nel locale sparando e lanciando molotov per poi prendere in ostaggio decine di persone.”Con i cittadini bengalesi non si sono comportati male: ci hanno anche dato anche da mangiare” ha detto.
L’attacco è stato rivendicato da un gruppo vicino all’Isis, Ansar-al-islam. In un messaggio diramato dall’agenzia di stampa Amaq, legata allo Stato Islamico, si legge che un commando ha “attaccato un ristorante frequentato da stranieri a Dacca, in Bangladesh”. Stamane è arrivata anche la rivendicazione di un gruppo che si fa chiamare l’Esercito dei Figli del Califfato, riferisce sempre Site, che pubblica il post sul suo profilo twitter. L’immagine mostra un miliziano con il passamontagna e le foto delle vittime dell’attacco di Dacca diffuse da un’agenzia legata all’Isis. Una scritta in arabo e in inglese dice: “O Crociati, voi, le vostre famiglie e i vostri amici, tutti siete bersagli, vi uccideremo perfino nei vostri sogni”.
“L’Italia non arretra davanti alla follia di chi vuole disintegrare la vita quotidiana, siamo colpiti ma non piegati”, ha detto il premier Matteo Renzi, che ha deciso l’invio immediato di personale diplomatico che possa supportare l’attività dell’ambasciata italiana. “Continueremo la lotta tutti insieme e tutti uniti per affermare un’idea di civiltà diversa da quella che purtroppo abbiamo visto in azione stanotte in Bangladesh” ha detto Renzi. “Anche se ci sono 8000 chilometri tra la Tunisia e il Bangladesh la scia di sangue è la stessa. Vogliono strapparci la quotidianità della vita”, “ma i nostri valori sono più forti delle loro follie” ha scandito il capo del governo italiano, ricordando quando ha accolto in Italia i familiari delle vittime della strage del Bardo e i genitori di Valeria Soresin.
La Nazionale azzurra di calcio giocherà con il lutto al braccio durante la partita di Euro 2016 contro la Germania, per commemorare le vittime della strage terroristica. La Federcalcio ha presentato formale richiesta di autorizzazione all’Uefa, che l’ha concessa.