Giffoni, Matteo Garrone e il suo “Pinocchio” italiano

di Emma Zampella

E’ ancora il cinema italiano il grande protagonista della 45esima edizione del Giffoni Film Festival. Oggi la giornata è dedicata a Matteo Garrone che, al pubblico di giovanissimi, ha raccontato i suoi prossimi progetti con il grande schermo.

Il regista di “Gomorra” è stato accolto con enorme entusiasmo e soddisfazione dai giovani giurati che non hanno smesso di fargli domande. Il creatore de “Il racconto dei racconti” ha, infatti, annunciato di avere in cantiere un “Pinocchio” tutto italiano.

Il film, infatti, sarà girato in Italia con attori esclusivamente italiani. “Stiamo continuando a fare provini, è un ruolo molto complesso. Dovrei iniziare a girare in primavera del prossimo anno ed uscire nel 2018” ha detto Garrone.

“Stiamo cercando il bambino protagonista, su cui poggia tutto il film. Finora ne abbiamo fatti tanti a Catania, a Roma e nel napoletano. La lingua sarà neutra, non gli do una connotazione territoriale. Di questo nuovo progetto parlerò in modo più specifico più avanti ma posso dire che resterò legato alla fiaba”. A chi gli chiedeva come mai avesse deciso di realizzare il nuovo film legato al mondo delle favole, ha spiegato: “La lezione che ho imparato con ‘Il racconto dei racconti’ mi sarà utile anche con Pinocchio, io ogni volta voglio proporre qualcosa di diverso, voglio esplorare un territorio nuovo”.

Il regista ha anche risposto a chi gli hanno chiesto cosa pensasse delle polemiche di alcuni attivisti che contestano la serie Gomorra: “Non voglio entrare nelle polemiche sulla serie. Sono abituato a parlare di cose che conosco, sono venuto qua per incontrare i ragazzi. Dopo il mio film da Gomorra ho dovuto cambiare numero di telefono perchè ‘Il Mattino’ mi perseguitava e mi chiamava per ogni rapina e omicidio che succedeva a Napoli. Ma il mio Gomorra va al di là di quella realtà, è una fiaba nera che parla di archetipi e va al di là di Napoli, anche chi vive in Messico o nelle favelas ci si può immedesimare”.

“Quando nel 2006 ho iniziato a lavorare su Gomorra e ho incontrato Roberto Saviano a poche settimane dall’uscita del libro – ha raccontato il regista – dissi al produttore che sarebbe stato più intelligente fare una serie televisiva per rendere al meglio il testo. Io allora avrei voluto realizzarla, ma non c’erano ancora i presupposti per farla come mi sarebbe piaciuto, mentre oggi ci sono un grande mercato e un pubblico intorno alle serie tv. Quando mi è stato proposto di farla dopo il film, ho detto di no perchè per me non aveva senso ritornare in quei luoghi”. Ma, ha sottolineato Garrone, “è stato sacrosanto e giustissimo realizzarla, non entro nel merito, ma è un grande successo”.

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