E’ iniziata nella giornata di lunedì la discussione circa la legalizzazione della cannabis, la droga “leggera” tra le più consumate nel mondo.
“Si comincia il dibattito senza ipocrisie ma poi l’esame si aggiornerà a settembre ed è lì che i partiti dovranno decidere l’approccio” riferisce il capogruppo Pd in commissione Giustizia, Walter Verini, parlando del ddl sulla cannabis che è all’esame dell’Aula di Montecitorio per la discussione generale.
“Credo – aggiunge Verini – che non sia sbagliato che si faccia un dibattito aperto in Aula fin da oggi, dove emergerà la trasversalità delle posizioni all’interno dei partiti con opinioni opposte su testo che non consente al momento di trovare alcuna sintesi. Ci sono 2.000 emendamenti presentati in gran parte da chi si oppone in modo radicale al ddl e questo ha costretto la commissione a dire: discutiamo in aula ma non c’è tempo per i pareri e rinviamo l’esame delle proposte di modifica a settembre”.
“Secondo me – conclude Verini – man mano che il dibattito si svilupperà emergeranno chiaramente differenze che riguardano tutti i gruppi, compreso il nostro. E’ però plausibile che su alcuni aspetti della materia, tipo l’uso a fini terapeutici della cannabis, qualche passo avanti di sintesi possa esserci”.
“Parlare di legalizzazione delle droghe leggere (lo faccio da anni) non è affatto semplice. E sapete perché? Perché legalizzare viene percepito come ‘fate pure’, anzi ‘fatevi pure’”scrive così sulla Repubblica Roberto Saviano.
“Legalizzazione – sostiene ancora lo scrittore – è esattamente il contrario della promozione al consumo. Legalizzare significa portare alla luce ciò che fino ad ora è stato avvolto dall’oscurità più cupa del mercato nero. Legalizzare le droghe leggere farà estinguere le mafie? Nemmeno a parlarne. Legalizzare le droghe leggere farà scomparire completamente il mercato illegale? Ovviamente no”.
E poi ancora scrive Saviano: “E allora perché legalizzare? Perché legalizzarle indebolirà le mafie sottraendo loro capitali e allo stesso tempo ridimensionerà il mercato illegale. Chi vorrà fumare uno spinello preferirà di certo sostanze controllate che si possono acquistare regolarmente, senza incorrere in sanzioni, e non andrà a cercare un pusher giù in strada, non chiamerà lo spacciatore che si “leva” il fumo in casa, inventando parole in codice al telefono per capire se è un momento buono per andare a prenderlo o no.”
L’attenzione di Saviano si sposta sul terrorismo: “Forse potrei richiamarli alla responsabilità ricordando che le droghe leggere sono merce di scambio tra organizzazioni criminali e organizzazioni terroristiche. Sapete come è stato finanziato l’attentato in Spagna del 2004? Con l’hashish che i gruppi vicini ad Al Qaeda hanno venduto anche alla camorra napoletana. Lazarat, in Albania, la capitale mondiale della marjiuana, è finita sotto il controllo di gruppi criminali che sostengono Daesh. L’Is controlla ormai una produzione da oltre 5 miliardi di dollari. Sì, l’erba e l’hashish sono diventati gli strumenti primi di finanziamento delle organizzazioni fondamentaliste. E legalizzare sarebbe adesso un modo per sottrarre alle organizzazioni criminali tra gli 8 e gli 11 miliardi di euro l’anno.”
Infine, conclude così: “Il mio appello è rivolto soprattutto a chi non ha mai pensato minimamente di fare uso di droghe leggere né di volerne un uso di massa. Le parole d’ordine, insomma, sono ‘non voglio drogarmi, odio il consumo. E per questo legalizzo’”