Malpensa, traffico transnazionale di valuta: intercettati 63 milioni

di Redazione

Malpensa (Varese) – I militari della Guardia di Finanza di Malpensa, in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane, hanno portato a termine un’articolata operazione denominata “Millionaire” finalizzata al contrasto al traffico illegale transfrontaliero di valuta, fenomeno illecito assolutamente di attualità anche alla luce del lungo periodo di crisi che attanaglia da tempo l’economia mondiale e rende imprescindibile, oggi più che mai, la salvaguardia degli interessi economico-finanziari nazionali e comunitari anche e soprattutto nel rispetto degli obblighi fiscali, a tutela della maggioranza dei contribuenti onesti.

Le complesse sinergie operative adottate dai militari che hanno sviluppato i criteri di selezione dei milioni di passeggeri che annualmente affollano le sale arrivi e partenze dell’Aeroporto varesino, hanno permesso di conseguire importanti risultati. In particolare, negli ultimi 18 mesi sono stati selezionati e sottoposti a controllo, tra gli altri, oltre 6.100 passeggeri in partenza o in arrivo dalle nazionalità più disparate con ingenti quantitativi di valuta contante al seguito.

Quasi 1.700 soggetti hanno violato la normativa oggi vigente che prevede, per i passeggeri, l’obbligo di dichiarare in Dogana gli importi di denaro contante portati al seguito pari o superiori a 10mila euro; pertanto, sono state comminate nei loro confronti pesanti sanzioni amministrative per l’importo di quasi 650mila euro e sono stati effettuati sequestri per un importo complessivo che sfiora un milione di euro.

Le somme di denaro contante complessivamente intercettate a Malpensa, particolarmente significative in termini numerici, sono pari a quasi 63 milioni di euro; tale fase rappresenta, in ogni caso, un primo step di un ciclo investigativo ben più ampio, finalizzato al contrasto dell’evasione fiscale e del riciclaggio dei proventi illeciti. Preliminari accertamenti hanno consentito infatti di scoprire, in taluni casi, che le predette somme erano trasportate da soggetti completamente sconosciuti al Fisco con il conseguente interessamento dei Reparti del Corpo territorialmente competenti per l’avvio degli opportuni riscontri sotto il profilo economico-finanziario. In particolare, di anno in anno è cresciuto il quantitativo di valuta rinvenuta, che ha raggiunto la quota record proprio dei 63 milioni di euro relativi all’operazione “Millionaire”.

L’analisi dei dati ha confermato, tra l’altro, l’ormai consolidato fenomeno del frazionamento delle somme di denaro, attuato da chi non intende esporre il contante alle procedure sanzionatorie e decide di effettuare più viaggi per “proteggere” il capitale da sottrarre al monitoraggio. Conseguentemente, il quantitativo medio di valuta al seguito del passeggero si è progressivamente abbassato.

Il dato più interessante è ovviamente quello relativo alla nazionalità dei corrieri. Le statistiche parlano di due consolidati flussi di valuta in uscita, destinati all’area asiatica e all’area nordafricana, mentre per quanto concerne i nostri connazionali, va evidenziato il fenomeno del tentativo di esportare valuta principalmente verso Paesi del Centro e Sud-America (Brasile e Cuba, solo per citarne due) e, nella maggioranza di questi casi, si tratta di “neo-pensionati” che probabilmente hanno deciso di farsi una “seconda vita” una volta terminata la propria attività lavorativa.

In definitiva, i corrieri di valuta risultano essere nella maggior parte dei casi operai, piccoli imprenditori, addetti alla ristorazione, dipendenti, addetti all’assistenza ed artigiani che tentano di esportare valuta nel loro Paese d’origine al termine di un periodo di lavoro svolto all’interno dei confini nazionali.

Un articolato discorso merita il confronto “sul campo” tra l’operatore di polizia ed il corriere di valuta, che ricorre a metodologie di occultamento delle banconote che sono divenute, nel corso degli anni, sempre più elaborate e, purtroppo, molto simili a quelle che vengono scoperte nell’ambito del contrasto al narcotraffico internazionale.

Ci si è fatto scudo, peraltro, in diverse circostanze di bambini e neonati, nel tentativo di rendere meno efficaci i controlli e spesso sono state create vere e proprie opere di ingegneria criminale, ricorrendo ad “articolati e fantasiosi interventi” su capi di abbigliamento (cinture, abiti, indumenti intimi), alimentari e prodotti per l’igiene intima (con specifico riferimento ad assorbenti, pannolini ed altro).

Fra i vari controlli effettuati da militari di questo Reparto spicca quello relativo al controllo di una giovane cittadina rumena proveniente da Dubai (Emirati Arabi Uniti) e residente in provincia di Bergamo.

La passeggera, al momento dell’uscita, si dirigeva verso la corsia dedicata al flusso “nulla da dichiarare” mentre, in seguito ad una più approfondita verifica del bagaglio stivato venivano rinvenute, occultate all’interno di alcune confezioni di profumi da donna, 400 banconote per un totale di 200mila euro che la passeggera tentava di sottrarre ai controlli di rito: si procedeva, pertanto, a verbalizzare la stessa ed a porre sotto sequestro la somma di 95mila euro.

In un ulteriore caso, i militari hanno sottoposto a controllo un cittadino marocchino in partenza per Beni Mellal (Marocco), dove ha dichiarato di essere residente. Il passeggero, alla domanda di rito se trasportasse al seguito denaro, titoli o altri valori eccedenti il consentito, lo stesso rispondeva di avere con sé solo un assegno bancario per un importo di 4.500 euro. A seguito delle risultanze dell’intervista di rito, i militari provvedevano al controllo sulla persona e sul bagaglio a mano rinvenendo altri quattro assegni privi del beneficiario o della data di emissione, emessi in Dirham (ossia la valuta del Marocco) per un controvalore totale di quasi 200mila euro, che il passeggero tentava di sottrarre ai controlli di rito Si è quindi proceduto a verbalizzare il cittadino marocchino ed a porre sotto sequestro l’intera somma così come previsto dalla vigente normativa valutaria.

Altro risultato eclatante riguarda il rinvenimento di oltre 335mila euro, abilmente occultati all’interno di confezioni di profumo debitamente risigillate in possesso di X.S, un cittadino cinese di anni 43 residente a Torino ed in partenza per Shangai, che tentava di lasciare il territorio dello Stato con questo ingente quantitativo di valuta celato all’interno del bagaglio a mano nonché in quello da stiva ed in questo caso si è proceduto a porre sotto sequestro un importo pari a quasi 163mila euro.

Infine, un ulteriore risultato è stato quello che ha visto un cittadino italiano, partito da Barranquilla (Colombia) via Bogotà (Colombia) via Madrid (Spagna), tentare di importare valuta abilmente occultata in barattoli di generi alimentari inseriti nel bagaglio stivato e nel bagaglio a mano. Il soggetto aveva occultato la valuta all’interno di due confezioni di crema alla nocciola di nota marca nazionale custodite all’interno del bagaglio stivato insieme a capi di abbigliamento ed accessori personali che non davano adito a particolari sospetti. La particolarità della tecnica di occultamento adottata è caratterizzata dalla difficilissima individuazione delle banconote arrotolate all’interno di bustine in plastica, non tracciabili dalla scansione del bagaglio data la natura organica sia della crema di nocciola che della carta delle banconote.

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