Reggio Calabria – Operazione “Spazio di Libertà” a Reggio Calabria con l’arresto di diversi fiancheggiatori che curavano e gestivano la latitanza di Giuseppe Crea e Giuseppe Ferraro, fungendo da “vivandieri”, assicurandone i collegamenti con gli altri membri della cosca e, più in generale, con i familiari, procurando loro appuntamenti con soggetti terzi o riportando loro e per loro conto le “imbasciate”. E provvedendo, tra l’altro, a realizzare un covo completamente mimetizzato nella fitta vegetazione, fornito di acqua corrente, energia elettrica, bagno con doccia e di una cucina.
Durante le indagini condotte dalla squadra mobile è stato possibile risalire, tramite particolari attrezzature tecniche, agli strumenti di comunicazione tra i due latitanti ed i loro sodali, i quali erano soliti utilizzare delle frequenze radio vhf, libere in etere, rispetto ai più moderni sistemi basati sulla telefonia cellulare; la radio ha consentito di ricostruire in tempo reale non solo la gestione del menage dei boss in fuga, ma anche l’organizzazione dei loro appuntamenti con i familiari e/o terze persone.
Tra le molteplici comunicazioni intercorrenti sulle frequenze, è stato possibile individuarne alcune che, abilmente decriptate dagli investigatori addetti alle intercettazioni della frequenza, hanno permesso di stabilire che le stesse intercorrevano fra taluni stretti congiunti di Crea e dai componenti della famiglia mafiosa dei Facchineri di Cittanova verso i due latitanti “Alberto” e “Ciccio”.